La squadra di sviluppatori costantemente al lavoro su NordVPN ha rilasciato oggi un aggiornamento che porta l’applicazione Linux del servizio alla versione 3.13.0. Come sempre accade in occasione della distribuzione di un nuovo update, sulle pagine del sito ufficiale compare un avviso che illustra nel dettaglio quali sono le novità introdotte.
Scegli l’affidabilità di NordVPN con il 52% di sconto sottoscrivendo un abbonamento biennale.
NordLynx di default per l’app Linux di NordVPN
Il cambiamento più importante descritto dal changelog è quello che riguarda l’impostazione di NordLynx come protocollo attivo di default per il funzionamento della Virtual Private Network. Introdotto nel novembre 2020, si basa su WireGuard e consente di soddisfare le esigenze manifestate dagli utenti che non hanno alcuna intenzione di scendere a compromessi in termini di velocità, pur garantendo il più elevato livello di protezione possibile alla privacy e alle sessioni di navigazione. Rimandiamo a un post dedicato per tutte le informazioni e i dettagli in merito alle prestazioni.
L’elenco delle novità introdotte su Linux con l’arrivo odierno della versione 3.13.0 non finisce qui. C’è inoltre una variazione che interessa le modalità di gestione del firewall. Ora, i pacchetti dati sono filtrati sulla base dei mark impostati, anziché facendo riferimento agli indirizzi IP dei server VPN. A questo si aggiunge l’immancabile miglioramento delle performance, grazie a un’ottimizzazione generale del codice.
Tutte le funzionalità incluse nell’edizione di NordVPN per il sistema operativo del pinguino sono descritte nel dettaglio all’interno della pagina dedicata sul sito ufficiale. Da lì è possibile scaricare il pacchetto per l’installazione (seguendo la semplice guida passo passo). Tra le caratteristiche trovano posto anche la tecnologia Kill Switch e il blocco automatico dei malware. È garantita la piena compatibilità con tutte le distribuzioni principali e più utilizzate: da Ubuntu a Debian, fino a Linux Mint, Fedora, RHEL, CentOS, Qubes OS e openSUSE solo per fare alcuni esempi. Sono invece escluse TailOS, TempleOS e Arch.