Per Nortel, la multinazionale canadese delle comunicazioni sotto protezione per bancarotta da gennaio 2009, si prospetta il sempre più probabile “spezzatino di asset” e la svendita definitiva della società. Si comincia con il business mobile, venduto a Nokia Siemens Network per 650 milioni di dollari in un pacchetto unico comprendente tecnologie, brevetti e impiegati , mentre l’azienda comunica che nuovi accordi-svendita delle altre divisioni sono in arrivo.
Nel cedere l’importante comparto tecnologico al colosso europeo, Nortel sostiene che i suoi asset mobile sono un business dal valore riconosciuto in tutto il mondo, e che la strada migliore per far sì che tali tecnologie continuino ad innovare il mercato è venderle a chi vorrà tirarne fuori qualcosa di buono. Secondo l’accordo NSN rileverà anche 2.500 impiegati della società canadese, un’assicurazione che vale probabilmente oro per le famiglie nordamericane così pesantemente colpite dalla perdurante recessione economica mondiale.
Da Nortel, NSN ottiene tecnologie, relazioni con il pubblico, infrastrutture, impiegati e anche importanti brevetti sul sistema Long Term Evolution (LTE). Ma la polpa più succosa della cessione sono sicuramente gli asset CDMA dell’ex-gigante canadese, visto che Nortel è il secondo più grande fornitore del mondo per quanto riguarda le suddette tecnologie per la comunicazione digitale in mobilità.
Tre dei cinque maggiori operatori CDMA del mondo intrattengono rapporti di business con Nortel, dicono i rappresentanti della società in bancarotta, e tra questi è incluso il più grande gestore di network mobile degli Stati Uniti Verizon Wireless .
Nonostante questo importante patrimonio di tecnologie e rapporti di affari, in questi anni Nortel è affondata senza possibilità di recupero arrivando a collezionare, al momento dell’apertura contemporanea della pratica di bancarotta controllata negli USA e in Canada, 107 milioni di dollari di soli interessi sui debiti e 3,4 miliardi di dollari (USA) di perdite nel terzo quarto del 2008 con una caduta dei guadagni del 14%.
Alfonso Maruccia