Gentile redazione di Punto Informatico, sono ormai un paio d’anni che leggo la vostra testata; ultimamente ho seguito con interesse la vicenda dei tre utenti italiani che hanno denunciato alcune major perché l’uso di alcuni DRM nega loro il diritto alla copia privata di backup. Diritto che ritengo sacrosanto per colui che decide di acquistare un contenuto su supporto informatico e si vuole cautelare contro eventuali danni che il tempo o l’imprevisto possono causare al supporto stesso.
In questo contesto, mi ritrovo in quella che personalmente considero una situazione decisamente grottesca. Qualche giorno fa ho comperato un personal computer portatile di marca Acer, sul quale, come consuetudine, era già installato Windows XP (che quindi ho pagato).
Apro la scatola e con mio grande stupore constato che in essa non è contenuto nè un cd di installazione del sistema operativo in questione, nè tanto meno un cd di ripristino. Leggendo le istruzioni apprendo che per quest’ultimo devo (anzi posso) provvedere io stesso con l’apposito software di backup anch’esso presente sulla macchina. Già questo comportamento volto al risparmio mi indispone.
A questo punto, ripensando ai tre utenti che ho menzionato, che si stanno battendo per il diritto alla copia di backup, mi viene da domandarmi come mai acquistando un sistema operativo (dal mio punto di vista un software come un altro), non solo non ho diritto alla copia di backup, ma neppure al supporto originale! Sembra una situazione tratta da un racconto di fantascienza kafkiana!
Sono ben consapevole del giro di parole con il quale la Microsoft descrive i diritti sapientemente descritti dalla licenza d’uso del proprio prodotto: in pratica, secondo loro, io ho comprato il permesso di utilizzare il loro prodotto e non il sistema operativo in sé.
Ma visti i fatti mi sento di poter ribadire anche a questa eventuale risposta. Infatti, dopo qualche giorno, ho avuto la necessità di trasferire alcuni dati all’interno del nuovo pc; inserisco la mia penna usb (già utilizzata con “successo” in passato con diversi altri computer) e mi trovo di fronte la seconda e ancora più inaspettata sorpresa. Windows XP non riconosce il supporto, quindi le opzioni proposte sono due: posso inserire il cd di Windows XP (Service Pack 2) che come detto non posseggo; oppure posso collegarmi ad Internet. Per quanto riguarda questa seconda scelta, tuttavia, vorrei far notare che non è scritto da nessuna parte che per usufruire del sistema operativo che ho comprato io debba essere in possesso anche di una connessione ad Internet e del modem adatto.
Quindi con il comportamento mantenuto dalla Microsoft o dalla Acer non includendo nè il cd di installazione, nè il necessario per collegarsi ad Internet mi viene impedito di utilizzare correttamente un sistema operativo, per la cui licenza d’uso – tanto per esprimermi in termini Microsoft – ho pagato una certa somma di denaro.
Precedentemente ho definito la situazione grottesca proprio per il verificarsi di questo paradosso: ho comprato qualcosa che materialmente non ho e che non posso neppure utilizzare nella totalità delle sue funzioni. In Italia vengono perseguiti coloro i quali, copiando illegalmente cd o dvd, ne violano il copyright, ma nessuno si preoccupa se una software house vende un prodotto senza poi consegnarlo realmente nelle mani dell’acquirente, ledendo i suoi più basilari diritti.
I “cattivi” vanno puniti e contemporaneamente – da quanto apprendo da questa esperienza – i “buoni” e i loro DIRITTI vanno ignorati.
Da parte mia non mi rimane che augurare un grosso “in bocca al lupo” ai tre utenti affinchè riescano a far valere i loro diritti; per quanto mi riguarda, invece, mi rassegno a rimanere senza copia, nè originale, ma con “in mano” una quasi-licenza d’uso.
Cordiali saluti
Andrea V.