Da poco più di una settimana, il nuovo Notepad (o Blocco Note in italiano) è disponibile per tutti coloro che hanno installato Windows 11 sul proprio computer. Molto più di un semplice restyling, come può testimoniare chi ha già avuto modo di metterlo alla prova. L’editor di testo rimane basilare e minimalista, ma si arricchisce di alcune caratteristiche parecchio utili. Tra queste citiamo il supporto al drag-and-drop, un nuovo motore di ricerca interno e il multi-level undo che permette di annullare le ultime azioni eseguite.
Windows 11: RichEdit è il segreto del nuovo Notepad
Abbiamo già avuto modo di elencare le nuove funzionalità integrate in un articolo dedicato. Torniamo oggi sull’argomento per approfondirne un aspetto in particolare: cosa ha permesso di rinnovare il software dopo lunghi decenni nei quali è rimasto sostanzialmente uguale a se stesso? A spiegarlo è Microsoft. Prendiamo come riferimento l’intervento firmato da Murray Sargent (Principle Software Engineer).
Alla base dell’evoluzione di Notepad c’è l’integrazione dell’engine RichEdit. È lo stesso già implementato negli applicativi del pacchetto Office come Word, Excel, PowerPoint e OneNote. Questo ha consentito di aggiungere, tra le altre cose, il riconoscimento automatico dei collegamenti ipertestuali, la visualizzazione degli emoji colorati e molto altro ancora.
Allo stesso modo, il Blocco Note di Windows 11 potrebbe accogliere in futuro altre nuove funzionalità. Quali? Sargent offre alcune anticipazioni: opzioni di formattazione del testo (grassetto, corsivo, colore), controllo ortografico e altre caratteristiche Rich Text Format come la gestione del codice. Quest’ultima in particolare tornerebbe parecchio utile agli sviluppatori.
L’intento dichiarato da Microsoft sembra dunque essere quello di colmare almeno in parte il gap che storicamente separa Notepad da un’alternativa più evoluta come Word e da alcune soluzioni concorrenti di terze parti. La prima versione è datata 1983, annunciata dalla software house al COMDEX Computer Expo di Atlanta come un programma in grado di sfruttare l’interazione di una periferica allora ai più sconosciuta: il mouse.