Va tutto bene, nessun allarmismo. Le notizie sul possibile ritardo nell’uscita di uno dei tablet più attesi, l’Adam di Notion Ink , sopravvalutavano la questione: se è vero che probabilmente non ci sarà un lancio in contemporanea mondiale, i lavori nei labs e ai piani alti dell’azienda fervono e producono effetti positivi. Adam, insomma, non è e non dovrebbe trasformarsi in vaporware .
A sgombrare il campo da un po’ della nebbia che era calata sul futuro del tablet ci ha pensato Rohan Shravan (fondatore di Notion Ink) sul blog dell’azienda. I punti fondamentali, di un post piuttosto lungo, sono: il lancio in contemporanea mondiale non era logisticamente affrontabile, Notion Ink preferisce affrontare poche nazioni per volta. Lo sviluppo hardware procede bene e ci potrebbero essere novità interessanti, sul piano software ci saranno senz’altro. L’azienda è in buona salute, e gode della fiducia degli investitori.
Procediamo con ordine. Sul piano logistico, l’apprensione dei papà di Adam rispetto a un lancio in contemporanea mondiale (che, sottolineano, neppure Apple può permettersi!) riguarda la possibilità che in caso di problemi o difetti non ci sia un adeguato sostegno da parte del produttore ai propri clienti. Per questo, per intrecciare tutte le relazioni necessarie a garantire un supporto capillare , come anticipato il rilascio nelle varie nazioni avverrà a scaglioni.
Sul piano hardware, invece, la questione è più complessa: il tempo guadagnato con questi lievi ritardi ha consentito di affinare la piattaforma esistente, tanto da far ipotizzare anche un prezzo finale inferiore alle anticipazioni , ma anche di mettere alla prova scenari alternativi. Così Adam potrebbe finire in commercio non in un sola versione, ma addirittura in due o tre: una dovrebbe continuare a montare lo schermo Pixel Qi (in grado di funzionare con e senza la retroilluminazione attiva) che fino a oggi è stato il suo cavallo di battaglia, la seconda dovrebbe invece incorporare un più tradizionale LCD . Infine, ma non ci sono certezze, un’altra architettura (diversa da Tegra 2) sarebbe stata testata: potrebbe garantire anche maggiore autonomia al dispositivo, ma per il momento Shravan non si sbilancia sulla sua effettiva adozione.
Lato software, poi, sia il team che si occupa dell’interfaccia che quello che si occupa della piattaforma si sono dati da fare. Su entrambi i fronti si procederebbe in modo spedito, e mentre nel primo caso le novità fondamentali dovrebbero riguardare l’email, nel secondo sarebbe in dirittura d’arrivo l’SDK : una buona notizia soprattutto per l’ecosistema di estensioni e applicazioni, che fin qui ha costituito il cavallo di battaglia del principale successo del comparto mobile, ovvero la triade iPhone/iPad/iPod Touch che monta iOS.
Dulcis in fundo, la questione economica. A detta di Shravan, Notion Ink avrebbe completato con successo un ulteriore round di finanziamenti (da quello che si intuisce, pare racimolando denari dagli stessi venture capitalist precedenti), irrobustendo e strutturando meglio l’azienda. Per garantire, nella migliore delle ipotesi, un flusso costante di produzione di 100mila dispositivi al mese, ha spiegato il fondatore, occorre garantire anche che ci sia un canale di credito solido con le banche e che ci sia un adeguato sostegno da parte degli investitori per far fronte alle necessità di liquidi. Nessuna notizia è possibile ottenere sull’ammontare di quanto racimolato, ma stando a Shravan sarebbe abbastanza per garantire la tranquillità del management.
Infine, secondo quanto raccolto da Engadget , Adam monterà sin dalla commercializzazione l’ultima versione annunciata di Android ( la 2.2, nome in codice Froyo ), ma non sfrutterà l’Android Market ufficiale. Al suo posto, Notion Ink ha in serbo un sostituto di nome Genesis . L’uscita del dispositivo resta fissata per il terzo trimestre dell’anno.
Luca Annunziata