A due anni di distanza dall’acquisizione della società che ha creato AppArmor , noto software di sicurezza per Linux, Novell ha fatto sapere di aver abbandonato il progetto e di aver licenziato i membri del team di sviluppo.
Gli sviluppatori messi alla porta sono cinque, tra i quali il team leader Crispin Cowan, e tutti erano stati assunti da Novell quando questa, nel 2005, acquisì la piccola società Immunix.
Insieme ad altri due “compagni di sventura”, Steve Beattie e Dominic Reynolds, Cowan ha già fondato una nuova società, Mercenary Linux , in seno alla quale intende portare avanti lo sviluppo di AppArmor e, nell’egual tempo, fornire servizi di assistenza e consulenza relativi a questo software.
AppArmor è una tecnologia che, similmente a SELinux , permette agli amministratori di sicurezza di creare delle policy ad hoc, chiamate profili, che definiscono a quali risorse di sistema un’applicazione può avere accesso e con quali privilegi. In questo modo i cracker hanno vita più difficile nello sfruttare le debolezze delle applicazioni per prendere il controllo dell’intero sistema.
Il cuore di AppArmor è costituito da un modulo per il kernel di Linux, mentre come contorno c’è un insieme di tool per la creazione e la gestione dei profili e un plug-in per il tool di configurazione YaST.
Cowan ha detto si essere rimasto sorpreso dalla decisione di Novell. “Ho ricevuto indennità, aumenti di stipendio e riconoscimenti fino al momento in cui ho ricevuto la lettera di licenziamento”, ha affermato lo sviluppatore.
Novell si è limitata a dire, attraverso un suo portavoce, che la decisione è conseguenza di una ristrutturazione dell’azienda pianificata da circa un anno e tesa a “migliorare il nostro processo di sviluppo dei prodotti”.
La società, che distribuisce AppArmor insieme a SUSE Linux Enterprise Server, non ha per altro menzionato l’intenzione di estromettere il software dal proprio sistema operativo. Si è anzi detta pronta a collaborare con la comunità di sviluppo di AppArmor “per migliorare i vari aspetti di questa tecnologia”.