Gli strumenti del marketing online sono sempre più sofisticati: lo confermano le ultime soluzioni recentemente presentate da Google e Microsoft. L’obiettivo è quello di rispondere meglio alle esigenze degli inserzionisti, e se possibile di anticiparle .
Da lunedì scorso Google AdWords integra una nuova funzione chiamata preferred cost bidding . Si tratta di un sistema che permette agli inserzionisti di specificare il costo medio per click, o il CPM (costo per migliaia di impression), che sono disposti a pagare per le loro campagne pubblicitarie online nel partecipare alle aste per le inserzioni. La dirigenza di Mountain View sostiene che la nuova opzione è stata implementata per agevolare i clienti nella gestione delle aste e dei costi, per massimizzare il ritorno degli investimenti .
In pratica, l’algoritmo di AdWords continuerà ad operare costantemente per ottenere il prezzo designato dall’inserzionista. Il modello “a prezzo medio” si propone, quindi, come un’alternativa rispetto all’attuale sistema basato sulla massima offerta – che molto spesso obbliga ad una vera e propria competizione tra inserzionisti per accaparrarsi all’asta i migliori posizionamenti nella presentazione delle inserzioni. L’unico difetto del FCB è che si disporrà di un minore controllo sul posizionamento finale .
Microsoft, invece, ha annunciato di aver migliorato notevolmente la qualità del suo servizio pubblicitario adCenter con un sistema di “rilevanza” capace di interpretare al meglio “l’intenzione di ricerca dell’utente”. Su LiveSearch , insomma, saranno valutate più in profondità le correlazioni fra risultati delle ricerche e link pubblicitari.
Le linee guide indicano: una migliore valutazione delle parole chiave scelte dagli inserzionisti nel rispetto dei prodotti pubblicizzati, una razionalizzazione dei risultati correlati ad un unico contenuto, l’eliminazione dei risultati “civetta”.
Dario d’Elia