La Camera dei rappresentanti del Parlamento degli Stati Uniti ha ridotto i fondi dell’agenzia di sicurezza National Security Agency (NSA), sottoponendoli a condizioni che potrebbero riuscire ad imporre specifici paletti alla sua azione. La misura è stata adottata con 293 voti contro 123 a favore dell’emendamento Massie-Lofgren alla legge di finanziamento del Dipartimento della Difesa .
Tramite di esso , in particolare, vengono bloccati i finanziamenti a favore di tutte quelle agenzie che cercano “di ordinare o richiedere ad una persona o un’azienda di modificare il proprio prodotto o servizio per facilitare la sorveglianza elettronica”. Andando a colpire l’NSA al portafoglio , insomma, l’emendamento disinnesca quanto previsto dalla disposizione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act che permette all’NSA di analizzare i dati raccolti dalle intercettazioni illegali ai danni dei cittadini statunitensi e di chiedere ai produttori hardware e software di costruire backdoor che permettano il suo accesso.
La Rappresentante Zoe Lofgren ha sottolineato con orgoglio come si tratti di un passo importante per difendere i propri cittadini e la Costituzione dalla sorveglianza governativa senza mandato.
D’altronde continuano a piovere polemiche sull’NSA, frutto di nuove indiscrezioni ottenute e divulgate dall’ex-analista Edward Snowden: la rivista tedesca Der Spiegel ha spiegato ora come le spie a stelle e strisce cercassero di insabbiare e nascondere le prove relative ad un loro punto di accesso o operazione di spionaggio e come fossero particolarmente attive in Germania rispetto al resto d’Europa.
Claudio Tamburrino