Washington (USA) – La National Security Agency ha spiato le comunicazioni degli americani via internet? Lo ha fatto al di fuori del proprio statuto e dei limiti di legge? La NSA è coinvolta in un’attività continua di monitoraggio che viola la privacy e l’indipendenza dei cittadini americani? Queste le tre domande, in realtà i tre cardini attorno ai quali si è aperta l’azione giudiziaria dell’Electronics Privacy Information Center ( EPIC ).
Stando ad un comunicato di EPIC “lo statuto della NSA non autorizza l’acquisizione di materiali di intelligence all’interno del paese. Ma abbiamo ragione di ritenere che la NSA sia coinvolta nell’acquisizione e intercettazione indiscriminata delle comunicazioni che avvengono via internet”. Le dichiarazioni degli operatori EPIC raccolte da ZDNet evidenziano che ancora prima di Echelon, contro il quale sono molte le associazioni che, insieme alla ACLU, hanno deciso di agire, “il problema americano” sia di capire se la NSA intercetta o no abusivamente le comunicazioni online.
Va detto che la mossa di EPIC è dovuta alla mancata reazione della NSA: lo scorso giugno, grazie alla legge sulla libertà di informazione, l’associazione aveva chiesto alla NSA di fornirle una serie di documenti, ovvero le autorizzazioni alle intercettazioni. Documenti che la NSA si era impegnata a consegnare entro il 30 ottobre. La richiesta di azione giudiziaria, dunque, arriva dopo che, dal 30 ottobre ad oggi, la NSA ha rifiutato di consegnare qualsiasi materiale. Un atteggiamento che non fa che indispettire i gruppi americani che cercano la verità su Echelon e sulle pratiche di intercettazione.