Wikileaks continua a fornire nuovi documenti che testimoniamo come l’intelligence a stelle e strisce abbia spiato i governi europei: dopo la Francia è di nuovo il turno della Germania riguardo a cui, dopo i documenti sulle intercettazioni ai danni di Angela Merkel, emergono ora nuovi dettagli sui controlli indebiti nei suoi confronti da parte degli Stati Uniti .
Secondo gli ultimi documenti divulgati dal sito delle delazioni lo spionaggio condotto dalle spie dell’agenzia federale statunitense National Security Agency (NSA) avrebbero preso di mira le autorità tedesche fin dal 1990.
Lo spionaggio statunitense ai danni dei tedeschi, dunque, non si sarebbe limitato alle comunicazioni della Cancelliera Angela Merkel, come affermavano i documenti divulgati nel contesto del Datagate dall’ex contractor NSA Edward Snowden: in seguito a tali rivelazioni le autorità locali avevano aperto un’indagine che però si era conclusa con l’archiviazione delle accuse.
Ora le diramazioni dello spionaggio sembrano estendersi molto rispetto al solo vertice di stato, con documenti che parlano di intercettazioni telefoniche del Ministero della Finanza tedesco, del Ministero dell’Agricoltura e degli uffici responsabili delle politiche europee: le spie statunitensi facevano rapporto sulle posizioni tedesche in vista di G7 e altri incontri internazionali come quelli legati al WTO, e da ultimo in relazione alla situazione della crisi greca. Da questo punto di vista sembra interessante il documento che testimonia la distanza di vedute della Merkel e del suo Ministro delle finanze Wolfgang Schäuble sulle possibili soluzioni per uscirne.
Le nuove rivelazioni di Wikileaks, quindi, mostrano – come nel caso dello spionaggio ai danni della Francia – che l’interesse dell’intelligence statunitense è duplice: da un lato fornire dati e informazioni ai vertici a stelle e strisce in vista degli incontri diplomatici, dall’altro controllare l’economia del Vecchio Continente .
Forse anche per questo le istituzioni statunitensi sembrano ancora restie a sancire la fine della libertà di manovra attuale dell’NSA: nonostante l’ approvazione dello USA Freedom Act, una versione ammorbidita del Patriot Act, lo strumento legislativo che ha permesso a NSA di condurre le operazioni di sorveglianza di massa svelate nel Datagate, gli oppositori della riforma hanno ottenuto una proroga di almeno 6 mesi dei poteri precedentemente riconosciuti all’intelligence, attraverso una sentenza della Corte FISA.
Claudio Tamburrino