Roma – Chi ricorda il “neretto” con cui la Difesa americana aveva tentato di coprire parti del Rapporto Calipari ? Chi lo ricorda sa anche quanto poco ci volesse per togliere quei blocchi neri dal testo e leggere cosa vi si celava sotto , accedendo così ad informazioni che il Pentagono avrebbe voluto evitare di rendere pubbliche.
Contro questi eventi, che si sono ripetuti in molte occasioni, e naturalmente tutte piuttosto delicate, la National Security Agency (NSA), il cuore dell’intelligence statunitense, ha deciso di provvedere diffondendo una sorta di opuscolo sulla censura , una guida che spiega come evitare che tutto questo accada di nuovo.
Il documento, rivolto naturalmente alle agenzie governative ma comunque disponibile qui in PDF, si intitola: “Redigere documenti con fiducia: come pubblicare in sicurezza rapporti censurati convertiti da Word a PDF”. Sì, perché sia Microsoft Word che il formato PDF sono ampiamente utilizzati dalle amministrazioni statunitensi e fin qui in troppe occasioni si è cercato di oscurare parti del testo quando si sono diffusi documenti elettronici senza riuscirvi per intero. L’ingenuità e la scarsa preparazione di chi ha realizzato quelle pagine si è spesso tradotta in imbarazzi senza fine per le autorità.
L’idea di fondo è che quando si parla di documenti digitali “non basta coprire” le informazioni riservate, bisogna “rimuoverle” dal testo. Il che non è sempre semplice, visto l’utilizzo di software, come appunto MS Word, che registra una quantità di dati sul documento prodotto, anche informazioni cancellate dai documenti stessi, che con un po’ di pratica non è difficile recuperare . “Oltre ai contenuti visibili del documento – scrive infatti NSA – la maggiorparte degli strumenti da ufficio, come Word, contengono sostanziali informazioni nascoste sul documento. Queste informazioni sono spesso importanti come quelle del documento originale”.
Per questa ragione NSA istruisce su come cancellare le informazioni riservate dai documenti di Word prima di convertirli in file PDF, facendo attenzione dunque non solo a ciò che si vede sul documento originale ma anche ai metadati e alle immagini eventualmente contenute.
Proprio sulle immagini, NSA spiega che il sistema di “coprire parti di una immagine con altre grafiche, ad esempio rettangoli neri, o rendere un’immagine illeggibile riducendone le dimensioni, è adatto per redigere materiali stampati. In genere non è efficace per documenti digitali”. Anche qui il consiglio è di rimuovere tutto ciò che non si vuole far vedere cancellando anche ogni ulteriore traccia della presenza nel documento di quelle informazioni.
Funzionerà il libercolo di NSA? Alcuni esperti non ne sono sicuri, ritengono comunque troppo complesse le procedure e temono che molti impiegati pubblici non sappiano gestirle. Per ora, come fa notare cnet , la stessa NSA non sembra curarsene più di tanto: l’opuscolo diffuso dall’organizzazione contiene alcuni metadati: dalla copertina si direbbe un documento creato il 13 dicembre 2005, ma dalle proprietà del documento PDF si scopre che in realtà è stato realizzato il 10 gennaio 2006.