Washington – La potente organizzazione americana che si batte per i diritti civili, ACLU, ha subito una pesante battuta d’arresto nella sua corsa per addentare NSA, quella National Security Agency che da anni accusa di spionaggio illegale e che sta cercando di far processare. La Sesta Corte Distrettuale di Appello ha deciso di annullare il procedimento voluto da ACLU fin dal 1999 .
Il motivo? La Corte ha sostenuto che ACLU non può denunciare l’operato di NSA perché non dispone di prove sull’attività illegale attuata ai suoi danni. “Ovviamente, dato che il programma è segreto, non sapremo mai chi è stato spiato con mandato e chi senza, quindi non è chiaro come qualcuno possa portare avanti una causa”, osserva ars technica .
In ballo non c’è poco, c’è quella che viene ritenuta la più ampia e illegale azione di controllo indiscriminato perpetrata dall’intelligence americana con le più moderne tecnologie di intercettazione e monitoraggio delle comunicazioni. Dopo i dinieghi del 1999, nel 2005 il presidente americano George W. Bush decise di confermare che qualcosa era stato fatto, per il bene della nazione, cose di cui gli americani non hanno motivo di preoccuparsi. Da allora si è parlato di tutto, lo scandalo è montato ma ogni tentativo di denuncia è stato immediatamente bloccato dalla Casa Bianca o dalla Procura Generale grazie alla coperta del segreto di Stato .
Lo spiraglio aperto lo scorso anno con la causa dell’ACLU sembra ora essersi richiuso. Se non fosse che la stessa Associazione ha voluto far sapere che almeno per ora non intende deporre le armi .
“È importante sottolineare che la Corte oggi non ha sostenuto la legalità dell’attività di sorveglianza del Governo. Infatti, l’unico giudice che ha discusso sul merito della causa ha dichiarato chiaramente e senza equivoci che l’azione di spionaggio è stata illegale”, si legge nel comunicato diramato dall’associazione. “Stiamo vagliando le nostre opzioni legali, inclusa anche la possibilità di portare il caso al vaglio della Corte Suprema. Nel frattempo è più importante che mai per il Congresso di affrontare la questione”.
“C’è una nuvola nera sopra il programma di wiretapping della Casa Bianca, e una risposta completa, da parte dell’Amministrazione, alla subpoena del Senate Judiciary Committee potrebbe essere un buon inizio per fare chiarezza e andare avanti, in modo che sia possibile essere protetti al meglio dal terrorismo onorando la Legge e le libertà civili”, si legge nel comunicato emanato dal Senate Judiciary Committee .
Dario d’Elia