Il Datagate non si chiude certo con il 2013, e per la fine di un anno incredibilmente movimentato sul fronte della sicurezza arrivano le ennesime rivelazioni clamorose sulle capacità di tecnocontrollo a disposizione della National Security Agency (NSA) statunitense. L’agenzia, a quanto pare, è in grado di intercettare qualsiasi comunicazione veicolata dai gadget mobile di Apple.
Era fatto già noto che per la NSA gli utenti di iPhone fossero sostanzialmente degli “zombi”, e le ultime rivelazioni sulla divisione Tailored Access Operations (TAO) dell’agenzia, i cui relativi documenti sono ora pubblicati anche su Cryptome , si accompagnano alla non meno inquietante esistenza di un software chiamato DROPOUTJEEP e indirizzato ai succitati e popolarissimi melafonini.
Lavorando di concerto con il quotidiano Der Spiegel , l’esperto di sicurezza Jacob Appelbaum spiega che grazie a DROPOUTJEEP la NSA è capace di intercettare messaggi SMS, accedere alla lista dei contatti, individuare la posizione di uno smartphone tramite torre cellulare, e persino attivare il microfono e la videocamera di un gadget Apple.
I documenti parlano nientemeno che di un cento per cento di percentuale di successo nel controllo di iPhone, anche se a mitigare parzialmente il tutto vi è la necessità di agire fisicamente sul dispositivo da controllare per installare lo spyware da cui poter poi accedere da remoto.
Appelbaum spiega le capacità DROPOUTJEEP con una doppia ipotesi: o la NSA ha un enorme archivio di exploit che usa per sabotare i melafonini, dice l’esperto, oppure è Apple stessa a sabotarli a vantaggio del tecnocontrollo tentacolare e onnipresente dell’agenzia.
Sia come sia, le capacità di NSA di infilarsi in ogni pertugio digitale degli utenti vanno oltre ogni previsione pessimistica, spiega Appelbaum in occasione della Chaos Communications Conference : l’agenzia è in grado anche di spedire pacchetti dati contenenti exploit (alla ricerca di dispositivi vulnerabili) su segnali wireless (WiFi) a distanza di 8 miglia , e tali capacità si saranno evolute ulteriormente, visto che la documentazione consultata risale al 2007.
Alfonso Maruccia