Washington (USA) – Ci siamo: come avevano predetto alcuni tra i più critici osservatori, l’intelligence americana non ha alcuna intenzione di rinunciare al preziosissimo serbatoio di informazioni rappresentato dal cosiddetto “Web 2.0” o, per meglio dire, da alcuni dei servizi che maggiormente caratterizzano questa celebre definizione dell’evoluzione della rete.
Sono i cosiddetti social network , infatti, ad essere entrati a pieno titolo nel terreno di caccia ai dati delle persone della NSA – National Security Agency , il braccio più potente e ricco dei Servizi segreti americani.
A rivelarlo è un’inchiesta del New Scientist : l’autorevole rivista scientifica ha infatti messo insieme un paio di rapporti presentati da funzionari del Dipartimento di Stato e di società vicine alla NSA, definendo i reali scopi delle nuove attività di rilevamento in rete . Il quadro che ne esce è impressionante e ricorda da vicino gli archiviati ma mai morti progetti del TIA , il famigerato progetto dell’ ammiraglio Poindexter (nella foto qui sotto), il Total Information Awareness .
L’idea di NSA è piuttosto ovvia, secondo il giornale scientifico: oltre ad incrociare i database delle telecomunicazioni con quelli commerciali e finanziari, che già consentono all’intelligence di costruire nutriti dossier personali su chiunque ritenga utile tenere d’occhio, i Servizi possono ora mettere le mani sulle molte informazioni che nei network sociali in rete milioni di individui postano a beneficio di chi ne fa parte.
Dai blog ai network di siti come myspace fino alle chat online e a molti diversi generi di comunità, da quelle dedicate ai professionisti sino a quelle frequentate dagli adolescenti, il web contiene una miniera sempre più ricca di dati personali a cui non è difficile, per chi già controlla i sistemi di telecomunicazione e di connettività, associare altre informazioni di cui già si dispone. Il risultato è un nuovo database, ricolmo di profili dettagliati , di cui NSA potrà fare ciò che crede: difficile immaginare peraltro che in un paese come gli Stati Uniti, in cui le intercettazioni di massa vengono legalizzate , dove prosperano nel silenzio sistemi come Echelon , le istituzioni decidano di fermare quanto sta avvenendo prima che prenda corpo e diventi strumento operativo dei Servizi.
“NSA – spiega il New Scientist – sta perseguendo i suoi progetti volti ad intercettare il web , dal momento che i dati delle telecomunicazioni hanno un raggio limitato. Possono essere usati solo per costruire un’immagine essenziale della rete di contatti sociali di un individuo, un processo definito talvolta come unire i punti . Insiemi di persone in gruppi fortemente connessi tra loro diventano palesi, così come persone con poche connessioni che possono apparire come intermediari tra questi insiemi. L’idea è di verificare quanti ?gradì separino una persona, ad esempio, dai membri di una organizzazione ritenuta criminale”.
Si tratta, dunque, di andare più in là nella raccolta di informazioni e completare quella documentazione di base con una messe di altri dati provenienti, questa volta, dall’impulso stesso dell’individuo nell’era digitale a condividere le proprie esperienze, il proprio modo di essere, persino i propri gusti, il proprio orientamento sessuale e via dicendo all’interno di comunità elettroniche. Sfruttare queste nuove informazioni, incrociandole con quelle già in possesso di NSA, evidentemente, realizza in buona parte il “sogno” di Poindexter, a suo tempo affossato dal Congresso ma, come accennato, mai veramente defunto.
Se fino ad oggi tutto questo era reso complesso dai diversi formati e tecnologie, dai molti diversi strumenti utilizzati, oggi con l’avvento del cosiddetto Web semantico , che in nuce rappresenta una nuova era della comunicazione tra le persone, per NSA tutto diventa più facile.
Tra le prove dell’interesse di NSA per questa evoluzione della rete, fin qui vissuta da molti pionieri del web come l’alba di un mondo nuovo, anche un documento, denominato Semantic Analytics on Social Networks , disponibile in pdf, in cui i ricercatori spiegano come incrociare i dati di network sociali e altri database. Uno studio per alcuni versi inquietante che tra i suoi finanziatori trova proprio un’agenzia legata mani e piedi alla NSA. “Questi sistemi – spiega uno degli autori dello studio – fanno sì che sia molto più facile scovare relazioni tra le persone. Abbiamo individuato connessioni che prima non avremmo mai scoperto”.
L’ articolo del prestigioso settimanale americano si chiude con l’invito a pensarci due volte prima di divulgare in rete proprie informazioni. “Forse è tempo – scrive l’autore dell’inchiesta – di premere il pulsante Delete”.