Lo scandalo del massiccio programma di intercettazioni telematiche di NSA si sarà forse concluso con l’ immunità per gli ISP collaborazionisti , ma per quanto riguarda le responsabilità oggettive negli Stati Uniti continuano a spuntare dettagli e rivelazioni sulla costante e reiterata azione di spionaggio dell’intelligence sulle comunicazioni da e verso il paese. Grazie al New York Times una di queste azioni ha ora un nome, e a quanto pare ha destato anche l’attenzione del Congresso, che se ne sta occupando a porte chiuse.
Secondo quanto rivelato da un ex-analista di NSA, nel 2005 l’agenzia statunitense ha messo in piedi Pinwale , un database segreto di comunicazioni via posta elettronica in cui sono finite milioni di email riguardanti sia le corrispondenze interne che quelle esterne. L’obiettivo principale del sistema, che secondo l’ipotesi di Wired è molto probabile che sia la destinazione finale delle famigerate “surveillance room” in mano agli ufficiali operativi della NSA e messe in piedi negli edifici di proprietà di AT&T, era l’intercettazione delle comunicazioni estere in seguito agli attentati dell’11 settembre 2001.
Ma in quel database ci è finito praticamente tutto. Anche le email personali dell’ex-presidente Bill Clinton , continua a raccontare l’anonimo analista, fatto che apparentemente costituiva un abuso di Pinwale e che costò a un collega del suddetto analista una bella incriminazione. Ex-presidenti a parte, le testimonianze da insider raccolte dal NY Times confermano come il piano di spionaggio della NSA sia pervasivo e perdurante nel tempo: secondo altri due ufficiali dell’intelligence, Pinwale, pensato per far analizzare agli agenti enormi volumi di corrispondenze senza alcun mandato delle corti di giustizia, è attivo e funzionante anche oggi.
Secondo quanto sostengono dalla NSA, l’analisi della corrispondenza degli statunitensi attraverso Pinwale è considerata lecita se ammonta a non più del 30% del risultati di una ricerca all’interno del super-database , e l’eccesso di “raccolta” delle comunicazioni è un problema che è stato periodicamente corretto ogni volta che è stato individuato.
Ma il repubblicano Rush Holt, presidente dell’ House Select Intelligence Oversight Panel , non è affatto d’accordo con questa visione delle cose e sostiene che “certe azioni sono talmente evidenti che non possono essere accidentali”. Assieme ad altri parlamentari, Holt si sta occupando di Pinwale e dello spionaggio di NSA in seno al Congresso USA, attraverso meeting a porte chiuse tuttora in corso.
Chi invece pensa piuttosto ad avviare piuttosto che controllare un grosso piano di intercettazioni telematiche diffuse è la Camera dei Comuni canadese, in cui in questi giorni viene presentata una proposta di legge pensata per instaurare il “diritto di spionaggio” da parte delle forze dell’ordine sulle comunicazioni in rete , con tanto di obbligo per ISP di collaborare alla raccolta di informazioni a scopo di difesa contro organizzazioni criminali, criminali sessuali e terroristi. Questa volta non sono stati citati i pirati del P2P, come giustamente nota il columnist Cory Doctorow.
Alfonso Maruccia