Lo scandalo Datagate generato dalle soffiate di Edward Snowden ha svelato l’immensa estensione del sistema di spionaggio e tecnocontrollo a disposizione della National Security Agency, e ora si è passati alla messa in discussione dell’intero sistema. Quello che fa la NSA è inutile anzi pericoloso, sostiene un nuovo studio pubblicato in Rete.
Nato dal lavoro del think-thank New America Foundation (NAF), la ricerca ( Do NSA ‘s Bulk Surveillance Programs Stop Terrorists? ) analizza 225 casi di terrorismo (o presunti tali) e le relative tecniche di indagine impiegate. Prevedibili le conclusioni : un terzo dei casi è stato sventato grazie alle soffiate di informatori, 48 casi sono stati risolti con le tradizionali inchieste e i controlli compiuti dietro autorizzazione del giudice e solo in un caso – peraltro parecchio discutibile – le intercettazioni a strascico di NSA sulle comunicazioni telefoniche hanno avuto una qualche utilità comprovata.
In quest’ultimo caso si parla del versamento di una modesta somma di denaro dalla città statunitense di San Diego alla cellula somala di Al-Qaeda nota come al-Shabaab. Ben poca cosa, comunque, per giustificare il sistematico annullamento della privacy online e il dispendio di decine di miliardi di dollari all’anno perpetrati dalla NSA.
L’eccesso di informazioni a disposizione degli analisti dell’intelligence è un problema e l’abuso dell’istituto della segretezza è il principale problema della NSA, conclude lo studio di NAF, mentre gli alti papaveri dell’agenzia statunitense continuano a giustificare il tecnocontrollo onnipresente – fosse anche senza giustificazione, come appare dal rapporto di NAF.
Il vice-direttore (civile) di NSA John C. Inglis ha parlato infatti del tecnospionaggio come di una “polizza assicurativa” nel caso in cui ai terroristi venga qualche grillo per la testa, esortando il presidente Barack Obama a non ridurre i poteri (usati o abusati) di NSA con le nuove revisioni in arrivo.
Ma la frittata è ormai fatta e il numero di voci critiche sul tecnocontrollo (diretto o indiretto) dell’intelligence statunitense non fanno che moltiplicarsi: il CTO di Mozilla Brendan Eich ha invitato utenti e sviluppatori a non fidarsi di browser contenenti codice proprietario (Internet Explorer, Google Chrome, Safari) e a verificare che il codice dei progetti open source non sia stato inquinato con backdoor e simili. Firefox, neanche a dirlo e diversamente da Chrome, è FOSS al 100 per cento.
Alfonso Maruccia