Secondo i nuovi documenti riservati divulgati Edward Snowden, la National Security Agency (NSA) avrebbe messo in atto un piano globale per prendere il controllo di milioni di computer in tutto il mondo .
Secondo le nuove rivelazioni, l’intelligence statunitense avrebbe sviluppato un malware veicolato via botnet in grado potenzialmente di infettare milioni di computer, da cui succhiare dati, spiare gli utenti e intercettarne le conversazioni.
L’operazione avrebbe il suo quartier generale a Fort Meade , Maryland, e distaccamenti nel Regno Unito (con la collaborazione del dirimpettaio di NSA, la britannica GCHQ) e in Giappone, ma le sue mire non hanno confini.
Nel dettaglio sembra che in alcuni casi l’NSA si sia mascherata dietro un falso server di Facebook ed abbia sfruttato il social network come punto di partenza per infettare i computer bersaglio , mentre in altri avrebbe operato attraverso le più classiche email indesiderate con malware incorporato.
Il codice inoculato dall’intelligence sembra essere in grado di permettere l’accesso all’hard disk del sistema, nonché di registrare conversazioni audio attraverso il microfono del computer, di fotografare attraverso la sua webcam e di impedire il download di determinati file o l’accesso ad alcuni siti.
Originariamente questo aggressivo malware sarebbe dovuto servire per controllare i dispositivi di poche centinaia di obiettivi prestabiliti , irraggiungibili attraverso i metodi tradizionali di intercettazione. Tuttavia, ben presto l’agenzia di spionaggio a stelle e strisce avrebbe dimostrato sempre meno remore ad utilizzare il sistema su larga scala, arrivando anche ad accelerare il processo di distribuzione non affidandosi più ad umani ma a vere e proprie botnet: tale sistema automatizzato, nome in codice TURBINE, è stato sviluppato proprio per “portare su vasta scala (a milioni di obiettivi) l’attuale rete di impianto del virus”.
Per svilupparla, l’NSA avrebbe sfruttato i computer già infettati: si parla di un totale di 140mila macchine.
Claudio Tamburrino