L’azienda israeliana, nota per il famoso spyware Pegasus, sarebbe vicina al fallimento. Secondo le fonti di Bloomberg, NSO Group avrebbe considerato due alternative: cedere la divisione Pegasus oppure trovare un acquirente per l’intera società. Nel primo caso, tutte le risorse economiche verrebbero dirottate verso Eclipse, la piattaforma di difesa tramite droni.
Debiti per 500 milioni di dollari
L’attacco più recente effettuato con Pegasus risale all’inizio del mese. Almeno nove dipendenti del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, che lavorano in Uganda, sono stati spiati con il tool di NSO Group. Circa cinque mesi fa, l’indagine The Pegasus Project aveva svelato un uso esteso dello spyware da parte di molti governi. L’azienda israeliana ha sempre dichiarato la sua estraneità, in quanto Pegasus è stato sviluppato solo per combattere il terrorismo e altri crimini, non per attuare una sorveglianza di massa.
Secondo le fonti di Bloomberg, una delle alternative prevede la cessione dell’unità Pegasus per circa 200 milioni di dollari. Il tool dovrebbe quindi essere utilizzato solo per finalità difensive. I debiti ammonterebbero però ad oltre 500 milioni di dollari, molti dei quali dovuti a prestiti (il valore dell’azienda era circa 1 miliardo di dollari nel 2019).
Il colpo di grazie sarebbe arrivato con il ban del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Ciò impedisce a NSO Group di avere rapporti commerciali con società statunitensi. A fine novembre, il governo israeliano ha ridotto il numero di paesi (da 102 a 37) che possono acquistare tool di hacking da aziende locali.
NSO Group è stata anche denunciata da Facebook e Apple. L’azienda potrebbe rimanere in attività per sviluppare Eclipse, la piattaforma di difesa tramite droni.