Il Parlamento europeo ha respinto una mozione contro l’inserimento di nucleare e gas nell’elenco delle fonti energetiche considerate eco-sostenibili. È stato quindi approvato l’atto delegato complementare della Commissione europea che aggiorna la tassonomia, ovvero lo strumento che orienta gli investimenti pubblici e privati necessari per raggiungere gli obiettivi climatici del Green Deal. Greenpeace e Legambiente hanno promesso battaglia.
Conseguenze della guerra in Ucraina
Il Green Deal europeo prevede la riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 rispetto al 1990 e la neutralità climatica entro il 2050. In seguito all’invasione dell’Ucraina e alle conseguenti sanzioni è risultata evidente l’eccessiva dipendenza dal gas russo. La Commissione europea ritiene che gli investimenti (entro certi limiti) nel settore del gas e del nucleare possano accelerare la transizione all’energia rinnovabile e quindi l’abbandono dei combustibili fossili.
Per porre il veto alla proposta della Commissione sarebbe stata necessaria una maggioranza assoluta di 353 deputati. Invece hanno votato a favore solo 278 deputati (328 contro e 33 astenuti). Se anche il Consiglio dell’Unione europea respingerà la mozione, l’atto delegato sulla tassonomia entrerà in vigore il 1 gennaio 2023.
L’uso di nucleare e gas (metano) dovrà essere solo una soluzione transitoria. La tassonomia non impone nessuna politica energetica, quindi i singoli paesi non hanno nessun obbligo. Greenpeace ha comunicato che presenterà una richiesta di revisione alla Commissione europea. In caso di esito negativo verrà avviata un’azione legale.
È oltraggioso etichettare il gas fossile e il nucleare come “verdi” e far fluire così più denaro verso le casse che finanziano la guerra di Putin in Ucraina. Per questo continueremo ad opporci in tribunale. Le vergognose trattative interne alla Commissione europea influenzate dalle lobby dei combustibili fossili e del nucleare non basteranno. Siamo ispirati dalle attiviste e dagli attivisti per il clima che questa settimana si sono riuniti a Strasburgo, e siamo fiduciosi che i tribunali annulleranno questo tentativo di greenwashing sostenuto dalla politica, in quanto si tratta di una chiara violazione delle leggi dell’Unione europea.
Legambiente afferma che l’atto delegato sulla tassonomia è stato approvato nonostante il parere negativo degli esperti indipendenti nominati dalla stessa Commissione europea.
Con il voto di oggi, l’Europarlamento ha ceduto alle lobby di gas e nucleare sostenendo la proposta della Commissione di classificarli come fonti energetiche sostenibili. I governi di Austria e Lussemburgo hanno già annunciato la loro volontà di ricorrere contro la proposta della Commissione alla Corte di Giustizia con buone possibilità di successo secondo diversi esperti giuridici del Consiglio e del Parlamento. Chiediamo al governo italiano di sostenere il ricorso di Austria e Lussemburgo.