Un anno fa, sempre nello stesso periodo di inizio primavera, commentando i magri risultati della sua azienda Paul Otellini predisse: il calo nelle vendite di personal computer ha toccato il fondo, ora non possiamo che risalire. E così sembrano mostrare gli ultimi risultati trimestrali annunciati da Intel, capaci di fornire numeri inequivocabili: i computer – soprattutto quelli aziendali – hanno ricominciato a vendere e i ricavi netti sono quadruplicati rispetto al 2009 .
Stando a quanto comunicato dal chipmaker in una conferenza a tema, nel primo trimestre del 2010 Intel ha guadagnato in totale 10,3 miliardi di dollari, un +44% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Stellari i profitti , pari a 2,4 miliardi di dollari +400% rispetto al 2009 e un valore di mercato di 43 centesimi ad azione, superiore alle aspettative degli analisti di 38 cent per azione.
Otellini non usa mezzi termini e descrive quello appena conclusosi come il miglior primo quarto d’anno di sempre per Intel. In un periodo di crisi ancora pesante per molti paesi del mondo (Italia inclusa), i consumatori hanno avviato una tendenza che sorprende analisti e produttori che si attendevano un margine più risicato e spese maggiori sui prodotti più economici. “I consumatori e le aziende stanno spendendo di più sulla potenza pura – ha commentato Doug Freedman di Broadpoint AmTech – Stanno acquistando macchine costose in un periodo in cui penseresti che il loro budget dovrebbe essere ridotto”.
L’enorme aumento di domanda è stato spinto soprattutto dai laptop di fascia alta, con buona pace di chi prevedeva – Intel in testa – che nel futuro immediato portabilità avrebbe fatto rima con netbook e altri sub-prodotti di fascia bassa. Notevole anche la richiesta di sistemi server, e questo è il principale indicatore del fatto che non sia semplicemente Intel a beneficiare del nuovo “boom” di richiesta ma che si tratti dell’intera industria tecnologica che si risveglia dal torpore della recessione.
Il management di Intel ha altresì annunciato di aver intenzione di incrementare la propria forza lavoro nel corso del 2010, assumendo 1.000 persone e invertendo la tendenza che l’aveva vista ridurre i suoi dipendenti dagli 82.500 del 2009 ai 79mila attuali. Secondo Freedman il periodo positivo si ripercuoterà anche sui prossimi trimestri del chipmaker , anche grazie alla distribuzione di nuovi prodotti come i processori a otto core Xeon 7500 per sistemi aziendali, gli Atom dual-core (con i netbook dati comunque in discesa), processori ibridi CPU-GPU “Sandy Bridge” a 32 nanometri e altro ancora.
Per Intel il futuro è insomma tornato a essere roseo, tanto che l’azienda spinge sull’acceleratore e già intravede nuovi mercati in cui tuffarsi come quello del personal energy management . La nuova visione del gigante dei microchip prevede l’implementazione di sensori intelligenti all’interno di tutti i dispositivi domestici, i quali saranno in grado di registrare l’utilizzo di energia e di comunicarlo al proprietario/inquilino che potrà comportarsi di conseguenza per ridurre e ottimizzare i consumi.
Alfonso Maruccia