San Francisco (USA) – Strada tutta in salita quella che dovrà percorrere Micheal Dell, fondatore dell’azienda da pochi giorni tornato a deciderne le sorti : ad una class-action che accusa l’azienda di inganni ai danni degli investitori, nelle scorse ore si è aggiunta un’altra class-action che in sostanza accusa Dell di aver fornito risultati finanziari gonfiati.
Questa seconda denuncia, presentata dallo studio Lerach Coughlin Stoia Geller Rudman & Robbins LLP, e che mira a coalizzare azionisti ed investitori, sostiene anche che Dell avrebbe ricevuto un miliardo di dollari l’anno da Intel in cambio dell’utilizzo esclusivo dei processori di quest’ultima sulle proprie principali linee di prodotto. Nella denuncia si legge che i notevoli margini operativi dell’azienda sarebbero quindi da ascriversi “alle centinaia di milioni di dollari di pagamenti segreti e probabilmente illegali che Dell riceveva da Intel alla fine di ogni trimestre come compensazione per l’acquisto” dei processori Intel.
Oltre a questi problemi, le due class-action accusano lo stesso Micheal Dell ed altri funzionari di insider trading (ossia di speculazioni illegali dovute alle informazioni riservate di cui erano in possesso) e insistono sul fatto che su una serie di punti, dal costo reale delle garanzie alla gestione del servizio clienti fino alla trasparenza finanziaria, Dell abbia agito illegalmente o in modo ingannevole.
Tutto questo porta evidentemente acqua anche al mulino di AMD, la grande rivale di Intel, che da lungo tempo sostiene e denuncia i metodi del chipmaker concorrente che avrebbe messo in atto “pratiche illegali” per impedire la crescita delle quote di mercato della stessa AMD.