L’iter parlamentare della legge di bilancio non è dei più agevoli, tanto che la bozza presentata inizialmente rischia di arrivare in fondo al percorso in aula in una forma a tratti irriconoscibile. Tra le misure al centro di un’accesa discussione, nonché oggetto di numerosi emendamenti, ci sono anche quelle relative all’estensione della Web Tax a tutte le aziende del settore digitale e all’incremento per la tassazione delle plusvalenze da criptovalute. Come stanno procedendo?
Le ultime sull’estensione della Web Tax
Partiamo dall’imposta al 3% sui ricavi (e non sugli utili) che minaccia di affossare un’industria nel suo complesso, fatta di PMI e di startup. È stata introdotta anni fa per interessare esclusivamente le Big Tech dalla portata globale. La modifica proposta dal governo la vorrebbe però applicare a ogni singola realtà imprenditoriale italiana, anche alle partite IVA individuali. Il più classico pasticcio tricolore, per concezione e modalità di attuazione.
Stando a quanto riportato oggi da Repubblica, il pericolo di un’estensione totale della Web Tax sembra poter essere scongiurato. Ad annunciarlo sono i capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri. Se la promessa formulata sarà mantenuta, verrà limitata alle società con ricavi annui pari ad almeno 750 milioni di euro, lasciando di fatto sostanzialmente invariata la situazione attuale. Ne risulterebbe escluso il mondo dell’editoria.
La questione criptovalute, rimandata al 2026
L’altro punto di interesse è quello relativo al possibile aumento al 42% della tassazione per le plusvalenze generate da criptovalute come Bitcoin, che proprio nei giorni scorsi ha fatto registrare un nuovo record storico, oltrepassando la soglia dei 100.000 dollari. A quanto pare, non ci saranno novità per il 2025. Si dovrebbe restare al 26%, facendo slittare l’incremento al 2026, ma limitandolo al 30%.
A questo proposito, sembrano aver pesato le pressioni esercitate dalla maggioranza, in particolar modo dalla Lega, come affermano i deputati Giulio Centemero e Federico Freni.