L’azione di lobbying del New Zealand Information & Communications Technology Group (NZICT) sembrerebbe aver convinto il parlamento neozelandese ad abbandonare la proposta di legge avanzata nei mesi scorsi che escludeva esplicitamente la brevettabilità del software fuori dall’eccezione di un’applicazione meccanica.
La nuova proposta dovrebbe invece essere meno chiara rispetto alla brevettabilità dei programmi: ricalcherebbe la formula adottata dalla Convenzione sui brevetti europei che all’art 52 prima afferma che non sono considerate come invenzioni “i programmi per calcolatori” e poi specifica al paragrafo successivo che tali attività sono escluse dalla brevettabilità quando considerate “in quanto tali”.
I lobbisti avrebbero convinto i parlamentari neozelandesi sull’opportunità di seguire il modello europeo e di garantire ai brevetti la medesima protezione accordata a tutte le altre tecnologie.
Claudio Tamburrino