Il parlamento neozelandese sta per votare una riforma del sistema brevettuale che dovrebbe restringere il campo d’applicazione della protezione concessa con il brevetto: se approvate, le nuove disposizioni escluderanno esplicitamente la brevettabilità del software, delegando al copyright la protezione di ciò che rimarrebbe scoperto.
Si tratta di una proposta preparata dal Select Commerce Committee , che nella stesura del progetto di legge ha ricevuto anche i commenti dei rappresentanti dell’industria del software: “I rappresentanti del modello open source si oppongono a questo tipo di protezione – spiega la commissione – e argomentano che nello sviluppo del software non vi sia l’attività inventiva, dal momento che i software nuovi derivano sempre da software già esistenti”.
Nella sintesi si legge, inoltre, che la protezione brevettuale ai software risulterebbe dannosa per il modello di sviluppo open source e rischierebbe in questo modo, in contraddizione con il motivo stesso della sua esistenza, di danneggiare l’innovazione .
Appoggiando tale posizione, la commissione propositrice chiede che possano essere brevettate solo quelle invenzioni hardware che implementano il software (seguendo il modello europeo). I cui confini e i cui requisiti, se la riforma dovesse essere approvata, dovranno essere stabiliti dall’Ufficio Brevetti neozelandese.
Claudio Tamburrino