È passato poco più di un mese dalla ratifica in Parlamento del famigerato Copyright (Infringing File Sharing) Amendment Bill , il disegno di legge neozelandese che provvederà a disconnettere tutti quegli utenti colti in violazione del diritto d’autore. Predisposizioni che hanno subito infiammato il pubblico dibattito, scatenando le ire dei vari attivisti per i diritti dei netizen.
Ad esprimere preoccupazione sono stati ora i rappresentanti della Library and Information Association of New Zealand Aotearoa (LIANZA), associazione locale che tutela gli interessi di biblioteche e professionisti dell’informazione. I principi legislativi contenuti nella nuova sezione 92A – che entreranno in vigore a settembre – potrebbero compromettere la stessa esistenza dei vari network bibliotecari .
In altre parole , le singole biblioteche neozelandesi non riuscirebbero a permettersi i salati costi legati ad un eventuale meccanismo di tracciamento delle navigazioni di tutti quegli utenti connessi grazie ai rispettivi network di Rete . Gli stessi istituti dovrebbero provvedere all’identificazione, chiedendo ai propri utenti un documento che li inchiodi in caso di violazione del copyright.
Un vero e proprio incubo , almeno secondo il chairman di LIANZA Tony Millett. Le biblioteche rischierebbero di dover chiudere tutti gli accessi alla Rete, per evitare di essere considerate uniche responsabili delle attività illecite commesse da comuni utenti . Le sanzioni annunciate dalla nuova sezione 92A prevedono disconnessioni fino a 6 mesi e una multa di circa 9mila euro .
Mauro Vecchio