Il provider neozelandese Slingshot si rende protagonista di una iniziativa “libera-tutti” con la modalità Global Mode , un nuovo servizio disponibile per tutti i suoi sottoscrittori con cui è possibile accedere a quei siti internazionali normalmente bloccati o inaccessibili per i netizen kiwi, magari per questione di diritti legati alle platee a cui sono rivolti i contenuti che ospitano.
L’impossibilità di accedere ad alcuni siti Web è un fatto “bizzarro”, sostiene Slingshot, ragion per cui il nuovo sistema Global Mode si incaricherà di “camuffare” il punto di arrivo del traffico di rete in maniera non dissimile da quanto già fanno le aziende specializzate in servizi VPN.
Le reti VPN erano finora l’unica possibilità, per gli utenti neozelandesi, di fruire di servizi molto popolari al di fuori del paese come lo streaming audiovisivo di Netflix, Hulu e altri; il fatto che ora sia addirittura un ISP a farsi carico di garantire una VPN globale ai suoi utenti è una novità destinata a suscitare interesse e discussioni.
Nel presentare Global Mode al pubblico, il management di Slingshot chiama direttamente in causa i già citati servizi di streaming disponibili negli Stati Uniti e in pochi altri paesi del mondo. Ma lo streaming a stelle e strisce ha dei termini di servizio che escludono in maniera espressa l’accesso del servizio fuori dai confini del paese, e non a caso il sito ufficiale del provider sostiene che Global Mode può essere usato, in Nuova Zelanda, per permettere ai propri ospiti internazionali di accedere ai servizi dei loro paesi di origine attraverso una connessione broadband kiwi.
Alfonso Maruccia