Un nuovo emendamento alla legge sui brevetti della Nuova Zelanda chiarisce ulteriormente l’obiettivo della norma, vale a dire che il software per computer non può essere in alcun modo soggetto a procedura di brevetto. Si chiude un “buco” potenzialmente presente nella proposta iniziale, e le aziende IT del paese accolgono positivamente la notizia.
La messa fuori legge dei brevetti software è una questione su cui le autorità neozelandesi sono impegnate da tempo , e le ultime norme in tal senso parevano chiarire in via definitiva la non brevettabilità del codice informatico .
Ma la legge aveva sollevato preoccupazioni in merito alle parole contenute, dove la definizione “di per sé” (“as such” in originale) avrebbe potuto costituire una scappatoia attraverso cui far passare un brevetto che coprisse anche una componente software (come un sistema embedded, ad esempio).
Il nuovo emendamento proposto dal governo – e in via di approvazione – elimina augurabilmente la possibile incertezza, stabilendo che “un programma per computer non è un’invenzione” e in quanto tale non è brevettabile.
L’industria IT neozelandese accoglie con favore l’iniziativa delle autorità: c’è chi evidenzia lo scarso interesse delle aziende nei confronti dei brevetti, e chi come il CEO di Orion Health Ian McCrae definisce i brevetti software controproducenti e dannosi per l’innovazione.
Alfonso Maruccia