A volte, non occorrono grandi innovazioni per rendere un prodotto davvero efficace (smart per usare un termine abusato), ma piccoli accorgimenti, come una delle novità che iRobot ha implementato nella linea Roomba j9 appena presentata: un software che ordina al robot di pulire il pavimento del bagno per ultimo, dopo quello delle altre stanze. Insomma, ciò che, più o meno, siamo abituati a far tutti nelle nostre case, scopa, paletta e strofinaccio alla mano.
iRobot presenta i nuovi Roomba j9 e OS 7.0
Non che si tratti di una rivoluzione, anche se l’azienda (in fase di acquisizione da parte di Amazon) le ha attribuito un nome volutamente hi-tech: Dirty Room Prioritization, delegandone la gestione a un sistema battezzato Dirt Detective. Questa la descrizione fornita nel comunicato stampa.
In base a quali stanze sono state pulite l’ultima volta e alla frequenza degli eventi in cui è stato rilevato lo sporco, Dirt Detective pulirà automaticamente le stanze più sporche, quelle che non sono state pulite di recente e che richiedono maggiore attenzione. Dirt Detective permette inoltre ai robot e lavapavimenti Roomba j9+ di aspirare e lavare automaticamente il bagno per ultimo, così da non diffondere lo sporco in tutta la casa.
La caratteristica fa parte dell’aggiornamento che porta il sistema iRobot OS alla versione 7.0. I due robot della linea, Roomba Combo j9+ and Roomba j9+, sono al momento disponibili per il preordine, rispettivamente al prezzo di 1.399 dollari e 899 dollari.
La società sa bene come il mercato dei robot per la pulizia della casa sia ormai saturo, caratterizzato da un’offerta in grado di soddisfare ogni esigenza e per tutti i budget. Al fine di mantenere la propria leadership, sembra dunque essersi ispirata non solo agli algoritmi e alle evoluzioni dell’ambito smart home, ma a un semplice e sempre valido principio di buon senso.