Chissà quanto c’è di vero nelle indiscrezioni che fioriscono in queste ore attorno alle possibili caratteristiche dei nuovi MacBook in uscita a settembre. Secondo i bene informati, a fare la parte del leone tra le novità sarebbero i chipset : nella più conservativa delle ipotesi non sarebbero Intel ma prodotti da Apple come ai tempi del PowerPC, nelle più suggestive alzate di ingegno indicano addirittura in AMD o VIA i possibili fornitori di una tecnologia fondamentale per il successo di un notebook.
Secondo le indiscrezioni , infatti, Apple non sarebbe soddisfatta dei chipset studiati da Intel per completare la piattaforma Montevina – altrimenti detta Centrino 2 – che in questi giorni inizia a farsi strada tra le offerte di tutti i produttori. Consumi eccessivi o scheda grafica troppo poco prestante sono le due motivazioni che vanno per la maggiore: ce ne sarebbe abbastanza, comunque, per convincere gli ingegneri di Cupertino a rimettersi a progettare soluzioni ad hoc per i proprio laptop.
Fatta salva la CPU, che dovrebbe essere un Centrino 2 da 45 nm (e finire anche sul MacBook Air), di Intel nei prossimi MacBook potrebbe esserci ben poco. E questa scelta potrebbe offrire anche la possibilità di miniaturizzare ulteriormente le logic board dei notebook, così da garantire spessori e dimensioni complessive inferiori anche in virtù di un nuovo guscio di alluminio, realizzato pare grazie ad una nuova tecnica costruttiva. L’aspetto finale, manco a dirlo, sarebbe mutuato dalle linee dello stiloso MacBook Air.
Le novità, poi, non si fermerebbero alla carrozzeria e al motore. Anche il touchpad potrebbe venire rivisto per includere maggiori funzionalità multi-touch. Secondo 9to5mac , per quest’ultimo elemento si prospetterebbe un look glass : non è chiaro se si parli unicamente di finiture lucide, di un elemento in vetro che porrebbe non pochi interrogativi per un dispositivo votato alla mobilità (anche se pare che iPhone non mostri particolari problemi in tal senso), o se invece ci si debba attendere addirittura un touchpad contenente un piccolo schermo sul quale operare per svolgere alcune operazioni di routine col software.
Infine, novità anche per gli schermi, che dovrebbero crescere in dimensione arrivando a 14 e 15,6 pollici , aumentare la risoluzione fisica, e cambiare rapporto tra altezza e larghezza: non più 16:10, bensì un più tradizionale 16:9. Tra tutte queste indiscrezioni, non trapela ancora il nome dei nuovi prodotti: tanto basta, comunque, a far salire la febbre per l’annuncio previsto – come anticipato anche durante la conferenza stampa sui risultati dell’ultimo trimestre – per l’ultima settimana di settembre all’incirca.
Resta invece ancora sconosciuta una possibile data di rilascio per le patch necessarie a Mac OS X e Mac OS X server per tappare la ormai nota e pericolosa falla relativa alla gestione dei server DNS, scoperta e rivelata da Dan Kaminsky . Sebbene gli exploit fin qui prodotti riguardino unicamente i server, che non sono esattamente il mercato più florido e vincente per la Mela, i possessori di un iMac o di un MacBook non possono dormire sonni tranquilli.
Non c’è da adagiarsi sugli allori, avvisano gli esperti: Apple ha senz’altro molte altre gatte da pelare, a cominciare dai vizi di gioventù di MobileMe, ma non può trascurare un aggiornamento necessario al proprio sistema operativo che richiederebbe non molto di più che la ricompilazione e la distribuzione di una versione aggiornata di BIND.
Luca Annunziata