Produttori come Lenovo e HP hanno scelto di integrare sui loro laptop un copri-webcam in grado di posizionarsi all’occorrenza davanti al sensore così da impedire l’acquisizione delle immagini quando la componente non è utilizzata. Un approccio di tipo meccanico per garantire un livello di sicurezza aggiuntivo alla privacy, non condiviso da Microsoft, nemmeno sui nuovi Surface annunciati la scorsa settimana.
L’approccio di Microsoft alla privacy della webcam
A spiegarne il motivo è Stevie Bathiche, al lavoro con il gruppo di Redmond, con un intervento sulle pagine di PC World: per l’azienda è sufficiente il piccolo LED di notifica che si illumina quando la videocamera è attiva. Entrambe le componenti sono fisicamente disconnesse dal resto del sistema, rendendo così pressoché impossibile controllarne il funzionamento in modo malevolo, ad esempio accendendo la webcam senza che venga fatto altrettanto con la piccola spia al suo fianco.
La luce non è controllata dal software, ma dalla videocamera stessa che è disconnessa dal sistema. Questo significa che solo quando la luce è accesa si sta verificando la trasmissione di dati. Stop. È impossibile per la webcam funzionare senza che il LED si illumini.
Bathiche parla anche di come viene notificato l’impiego del microfono, altra componente sensibile poiché potenzialmente in grado di acquisire audio ambientale se il computer viene compromesso o subisce un attacco. Windows mostra una notifica sulla barra delle applicazioni. Su alcuni laptop, in particolare nel segmento business, si trova ad ogni modo un pulsante dedicato sulla tastiera che lo disattiva.
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Tornando alla webcam, chi non si fida può sempre ricorrere al metodo approvato tra gli altri da Mark Zuckerbeg: basta un pezzo di nastro adesivo e passa la paura.