Nuovi termini Adobe: contenuti creativi usati per l'AI, è polemica

Nuovi termini Adobe: contenuti creativi usati per l'AI, è polemica

Polemiche su Adobe dopo l'aggiornamento dei termini di servizio che consentirebbero di utilizzare i contenuti degli utenti per migliorare l'AI.
Nuovi termini Adobe: contenuti creativi usati per l'AI, è polemica
Polemiche su Adobe dopo l'aggiornamento dei termini di servizio che consentirebbero di utilizzare i contenuti degli utenti per migliorare l'AI.

Adobe è finita sotto i riflettori dopo aver aggiornato i termini di utilizzo, consentendo all’azienda di accedere ai lavori degli utenti delle sue applicazioni Creative Cloud, come Photoshop e Illustrator. Questa mossa ha suscitato forti reazioni da parte degli utenti, preoccupati per l’utilizzo delle loro opere professionali senza un esplicito consenso.

La scoperta dei nuovi termini di Adobe

I nuovi termini di Adobe sono stati scoperti in seguito a un pop-up che richiede agli utenti di accettare le modifiche per poter accedere alle applicazioni. Accettando, gli utenti consentono all’azienda di accedere ai loro contenuti attraverso “metodi automatizzati e manuali“. Questo aggiornamento ha sollevato preoccupazioni, poiché consentirebbe ad Adobe di utilizzare le opere create dagli utenti per addestrare la sua intelligenza artificiale generativa, come il Riempimento generativo di Photoshop o le funzioni di editing video potenziate dall’AI di Premiere Pro.

Gli utenti temono che le loro opere professionali vengano utilizzate senza il loro esplicito consenso, compromettendo potenzialmente gli accordi di riservatezza. Ritengono che le loro creazioni debbano essere protette e non sfruttate per l’addestramento dell’intelligenza artificiale senza il loro chiaro consenso.

Il modello di abbonamento mensile di Adobe, che include 100 GB di spazio di archiviazione cloud, rende gli utenti dipendenti da aggiornamenti regolari delle funzionalità e dei termini legali, lasciando loro uno scarso controllo sulle modalità di utilizzo o condivisione delle loro opere.

La reazione della comunità creativa

Persino registi hollywoodiani come Duncan Jones (autore di Moon, nonché figlio dell’icona musicale David Bowie) hanno espresso pubblicamente le loro critiche ad Adobe per il linguaggio aggiornato del contratto ToS. In un post su X, poi cancellato, Jones ha messo in discussione il diritto dell’azienda di utilizzare il lavoro svolto dagli utenti solo perché pagano per il servizio.

Ehi @Photoshop cosa diavolo era quel nuovo accordo che ci hai costretto a firmare stamattina e che bloccava il nostro ap finché non lo avessimo accettato? Stiamo lavorando a un dannato film e NO, non avete improvvisamente il diritto di utilizzare tutto il lavoro che stiamo facendo perché vi paghiamo per farlo…

– Duncan Jones (@ManMadeMoon) 5 giugno 2024

Dopo Meta e Google, anche Adobe sotto accusa

La mossa di Adobe si inserisce in un contesto più ampio in cui diverse aziende sono state criticate per aver utilizzato i dati degli utenti per addestrare i loro modelli di intelligenza artificiale. Meta, ad esempio, sta affrontando denunce in 11 Paesi europei per il presunto uso illegale di dati privati, mentre Google ha firmato un accordo con Reddit per utilizzare i contenuti pubblicati sulla piattaforma per addestrare la propria AI.

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Pubblicato il
7 giu 2024
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