Il prezzo dell’Energia non è destinato a scendere nel breve periodo, anzi: il contenimento dei prezzi è destinato a farsi sempre più complesso, con valori che addirittura potrebbero vedere entro la fine dell’anno ulteriori ascese. L’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente ha portato al Senato parole di allarme per quanto concernente il futuro del mercato dell’Energia e tutto ciò deve giocoforza far riflettere: se parte dell’impatto è stato fin qui assorbito dallo Stato, cosa potrebbe accedere nel momento in cui le finanze pubbliche si defilassero e fossero famiglie e imprese a dover fare direttamente i conti con un ulteriore caro-bollette?
Caro-energia, sarà un 2022 difficilissimo
L’ARERA ha pertanto depositato alla 10a Commissione Industria, commercio, turismo del Senato un documento informativo (pdf) nel quale viene fatto il punto della situazione attuale:
Nel settore elettrico, lo stanziamento, anche per il quarto trimestre 2021, di ulteriori risorse, pari a 2 miliardi di euro, ha consentito all’Autorità di annullare completamente le aliquote degli oneri generali di sistema per tutti i clienti domestici e per i clienti non domestici, per altri usi, con potenza disponibile fino a 16,5 kW, e di confermare il livello delle componenti tariffarie relative agli oneri generali di sistema, già praticamente dimezzato del terzo trimestre 2021, per tutti gli altri utenti elettrici. Per la famiglia tipo, l’annullamento degli oneri di sistema per il quarto trimestre 2021 ha avuto l’effetto di mitigare a -11,7% la spesa totale per elettricità, che ha consentito di controbilanciare, in parte, l’aumento della componente relativa al prezzo dell’energia elettrica (pari al +41,5% della spesa totale per i clienti in maggior tutela), con un risultato netto pari, comunque, all’aumento più consistente nella storia degli aggiornamenti tariffari dell’Autorità (+29,8%).
Se il problema immediato è stato attutito dall’intervento del Governo, per il futuro occorre però riflettere su quello che è un trend che non rientrerà prima del 2023:
I dati disponibili confermano la tendenza a ulteriori rialzi dei prezzi dell’energia nell’immediato futuro; inoltre, le previsioni di medio periodo lasciano, ad oggi, intravedere un processo ancora lento di riallineamento verso prezzi più bassi, con prezzi del gas naturale superiori ai 40 EUR/MWh per tutto il 2022, per poi scendere verso i 30 EUR/MWh solo nel 2023. […] I prezzi dell’energia elettrica in Europa, e in Italia in particolare, seguono i corsi del mercato del gas naturale (e di quello dei permessi di emissione), che costituisce la fonte degli impianti di produzione marginali. Le quotazioni di questi giorni vedono prezzi medi superiori ai 200 EUR/MWh per tutto il periodo invernale, per poi scendere intorno ai 100 EUR/MWh a partire dal mese di aprile 2022.
Secondo l’ARERA, insomma, il destino potrebbe essere segnato anche per il primo quadrimestre del 2022: “un ulteriore, significativo, aumento dei prezzi per i servizi di tutela“. Ma l’Autorità si trova anche costretta ad un esplicito scaricabarile nei confronti del legislatore: in assenza di nuovi interventi di copertura finanziaria, infatti, non potranno essere portati avanti i tagli che hanno fin qui calmierato l’impatto del caro-bolletta e l’aumento sarà dunque di duplice natura e di aumentata magnitudo. Una vera e propria tempesta perfetta, insomma, che rischia di compromettere il bilancio di aziende e famiglie.
L’Authority chiede allo Stato un riordino degli interventi sull’energia ed una provvigione strutturale a copertura di bonus e fasce di salvaguardia. Chiede, soprattutto, lungimiranza: è chiaro fin da oggi come l’aumento dei prezzi andrà ad impattare sul Paese ed occorrerà massima lucidità politica nell’affrontare questa fase.