È il più grande e importante cambiamento mai apportato al servizio fin dal suo lancio del 2007: così il team di Dropbox definisce la nuova versione della piattaforma, annunciata la scorsa settimana. Un refresh completo, non un semplice restyling, con funzionalità inedite e studiate per ottimizzare il flusso di lavoro, l’organizzazione dei contenuti e la collaborazione online. Insomma, una soluzione che strizza l’occhio ai professionisti.
Il nuovo Dropbox…
Una migliore gestione dei file caricati sul cloud, un tool dedicato esclusivamente alle notifiche, la piena integrazione con i dispositivi mobile, la possibilità di partecipare alle riunioni da remoto con Zoom, l’interoperabilità con gli strumenti di G Suite (annunciata in aprile), l’editing diretto dei documenti Office, le interazioni in tempo reale con i colleghi mediante Slack, la condivisione degli elenchi to-do, tutto in un’unica schermata. Chi desidera può mettere fin da subito alla prova le novità grazie al programma di accesso anticipato che permette di scaricare in anteprima il client desktop.
… non piace a tutti
Tutto bello, tutto perfetto, dunque? Ni. Se da un lato Dropbox va così a soddisfare le esigenze manifestate negli ambiti business ed enterprise, dall’altro secondo qualcuno sta lasciando da parte gli utenti consumer. Sono in molti a lamentarlo. Facciamo riferimento a un articolo condiviso da New Atlas che ben riassume perché questa nuova versione del servizio è destinata a far storcere il naso a coloro che da sempre sono abituati a far leva perlopiù sulle sue abilità in termini di cloud storage.
Tutto questo è grandioso. Se lavorassi per una tech company con il CTO convinto del cambiamento, mi starebbe bene. Ma la sola cosa per la quale uso Dropbox è il salvataggio delle foto.
In molti si stanno trovando nella situazione di chi ha scritto l’articolo. La community ne parla anche sul forum ufficiale, manifestando malumori per il recente aumento dei prezzi: l’abbonamento alla formula Plus è passato a fine maggio da 9,99 euro al mese a 11,99 euro al mese, a fronte (va detto) di un raddoppio da 1 TB a 2 TB dello spazio offerto. Non tutti però hanno bisogno di una tale quota e avrebbero preferito rimanere fermi alla tariffa precedente.
La scelta di Dropbox è piuttosto chiara: spingere sempre più sull’offerta rivolta al business, pur lasciando consapevolmente indietro l’utenza consumer che nei primi anni di attività ha costituito una solida base sulla quale costruire e far crescere la piattaforma. Il tempo stabilirà se si tratta di una strategia destinata a pagare sul lungo periodo.
Ringraziamo M. U. per la segnalazione.