Intel avrà anche fatto il botto con la vendita delle sue CPU, ma altri grandi produttori di componentistica informatica lamentano risultati finanziari al di sotto delle aspettative. Perché il mercato è economicamente in difficoltà, certo, ma anche (soprattutto?) perché le alluvioni in Tailandia hanno messo in crisi una intera industria, anche se i problemi di produzione hanno riguardato e riguardano esclusivamente gli Hard Disk Drive (HDD) magnetici.
Che Western Digital dica di essere “alluvionata” per colpa del disastro asiatico è comprensibile, ma poteva andare anche peggio: il colosso statunitense denuncia una riduzione nelle vendite del 19 per cento, non male considerando che il numero di unità HDD commercializzate è sceso del 42 per cento.
Il motivo di un simile risultato? Dopo le prime stime dei danni in Tailandia, il prezzo delle unità di storage è cresciuto a dismisura e quindi i produttori hanno comunque incassato più del dovuto. WD deve poi mettere in conto il costo dell’ acquisizione di Hitachi GST , un’operazione che si prospetta verrà finalizzata il prossimo marzo.
WD resta ottimista per il futuro immediato – la situazione HDD si normalizzerà completamente entro settembre 2012 – ma anche per quello a medio termine: i supporti magnetici continueranno a essere la soluzione per lo storage preferita dall’utenza PC anche in un mondo mobile (presumibilmente) dominato dagli ultrabook , preconizza il colosso USA.
Il crollo dei volumi di HDD disponibili ai produttori OEM ha infine influenzato anche chi con lo storage non dovrebbe averci niente a che fare, come le aziende delle GPU: sia NVIDIA che AMD prevedono di consegnare agli analisti risultati trimestrali inferiori alle aspettative proprio a causa dei danni subiti dalle fabbriche tailandesi.
Alfonso Maruccia