Immaginiamo di accendere il computer e trovare un avatar in stile videogioco che ci fissa dalla scrivania. Non è uno scherzo, ma l’ultima trovata di Nvidia, presentata al CES 2025. Si chiama R2X e promette di essere il nostro nuovo assistente AI personale.
R2X di Nvidia, un avatar AI con cui interagire
R2X non è il solito chatbot testuale. È un vero e proprio personaggio animato, reso in modo realistico grazie ai modelli AI di Nvidia. La parte interessante è che non si è vincolati al “cervello” scelto dall’azienda: si può far girare R2X sui propri LLM preferiti, come GPT-4o di OpenAI o Grok di xAI.
L’interazione con questo strano compagno digitale avviene in vari modi: si può chattare a voce o scrivendo,, affidargli dei file da elaborare o addirittura permettergli di sbirciare in tempo reale il proprio schermo o la webcam. L’idea di Nvidia è creare un assistente AI che sia il più possibile simile a un essere umano.
Libertà di personalizzazione e integrazione
La buona notizia per gli smanettoni è che Nvidia ha intenzione di rendere il codice di questi avatar open source entro la prima metà del 2025. L’azienda li vede come una piattaforma su cui sviluppatori e utenti possono sbizzarrirsi, integrando i propri software AI preferiti o facendo girare gli avatar direttamente sul proprio computer.
Un po’ come la chiacchierata funzione Recall di Microsoft (la cui uscita è stata rimandata per dubbi sulla privacy), R2X può catturare in continuazione il contenuto dello schermo e analizzarlo con l’AI, anche se per fortuna di default questo comportamento è disattivato. Quando è attivo, può fornire suggerimenti sulle app che si sta usando e dare una mano, per esempio, a risolvere un rompicapo di programmazione.
Un prototipo ancora acerbo e… inquietante!
Sia chiaro, R2X è ancora un esperimento e la stessa Nvidia ammette che non è esente da difetti. Nelle dimostrazioni con TechCrunch, l’avatar a volte assumeva espressioni innaturali o parlava con un tono stranamente aggressivo, scadendo in quella che gli esperti chiamano “uncanny valley”, la sensazione di disagio che proviamo di fronte a replicanti troppo simili a noi.
Nella maggior parte dei casi R2X ha fornito indicazioni pertinenti e utili, riuscendo a interpretare correttamente il contenuto dello schermo. Talvolta però parte per la tangente, fornendo istruzioni sbagliate o perdendo completamente la capacità di “vedere” cosa succedeva sul monitor.
È ammirevole lo sforzo di Nvidia di rendere l’interazione con l’AI più naturale e “umana”, attingendo al meglio dei videogiochi e dei chatbot conversazionali. Avatar come R2X possano aprire scenari interessanti, dal supporto personalizzato all’intrattenimento, dalla produttività all’apprendimento. D’altro canto, non si può negare che l’idea di avere un paio di occhi digitali sempre puntati mentre si lavora metta una certa soggezione.