Nvidia non produrrà alcun chipset per i nuovi processori Core i5 e i7 di Intel, almeno fino a che il contenzioso legale con il chipmaker concorrente non sarà concluso. A darne notizia è la stessa Nvidia, che ha giustificato questa drastica mossa con le “sleali tattiche commerciali” portate avanti da Intel.
Alla base della decisione di Nvidia c’è, come si è detto, una causa legale in corso che vede le due rivali accusarsi l’un l’altra di aver violato un contratto di licenza firmato nel 2004 e relativo alla connessione tra chipset e processore. In particolare, Intel sostiene che Nvidia non è autorizzata a produrre chipset per le sue nuove CPU con controller di memoria integrato, come quelle Nehalem: il motivo è che per comunicare con l’esterno tali chip non usano più il vecchio front-side bus (FSB), ma la nuova Direct Media Interface ( DMI ), tecnologia che secondo Intel non è coperta dall’accordo di licenza in essere . Di parere contrario Nvidia, che all’inizio dell’anno ha controdenunciato Intel.
“Dal momento che Intel ha detto ai clienti e al mercato che noi non abbiamo la licenza per il nuovo bus DSI, avvalendosi inoltre di scorrette tattiche di business, diventa per noi impossibile commercializzare chipset per le future CPU (di Intel, NdR)” ha dichiarato Ken Brown, portavoce di Nvidia, in un comunicato . “Di conseguenza, finché il prossimo anno non risolveremo la questione in tribunale, posticiperemo ulteriori investimenti sulle CPU DMI di Intel”.
La decisione di Nvidia di congelare tutte le attività di ricerca e sviluppo sui chipset per Nehalem è destinata ad avere ripercussioni anche nel mondo Mac : la stragrande maggioranza dei più recenti computer di Apple utilizza infatti chipset di Nvidia, e se quest’ultima non dovesse risolvere la questione con Intel in tempi brevi il suo rapporto commerciale con la casa di Cupertino potrebbe interrompersi o venire fortemente ridimensionato. A trarre vantaggio da tutto ciò potrebbe essere proprio Intel , che a quel punto avrebbe l’opportunità di tornare il principale – se non persino unico – fornitore di chipset per i Mac.
Brown ha invece assicurato che la sua azienda continuerà a commercializzare e sviluppare chipset nForce per le CPU di Intel con FSB , come i processori Core 2, un segmento di mercato che secondo Nvidia “ha ancora una lunga e prospera vita davanti a sé”. La soluzione su cui Nvidia ha intenzione di investire più risorse è il system-on-chip ION per processori Atom, con cui lo scorso anno il produttore ritiene di aver “scosso” l’intera industria del settore. Di ION è già stato pianificato il rilascio di un successore nel primo trimestre del prossimo anno. ION 2 dovrà però affrontare la concorrenza dell’altrettanto imminente piattaforma Pine Trail di Intel, che come ION utilizzerà un design SoC e supporterà il video in alta definizione.
Brown ha ricordato come ION sia già stato utilizzato da clienti come Apple, Dell, HP, Lenovo, Samsung, Acer e Asus, e si è detto fiducioso del fatto che molti altri clienti adotteranno questa soluzione nel prossimo futuro.
Il portavoce di Nvidia ha infine detto che i chipset per le CPU di AMD stanno vendendo molto bene, e soprattutto l’MPC61 “mantiene un’eccellente posizione nel segmento delle CPU entry-level, dove le CPU di AMD sono più competitive nei confronti di quelle Intel”.
In apparente contraddizione con le parole di Brown, però, PC Magazine ha riportato un’indiscrezione secondo cui Nvidia starebbe per interrompere anche lo sviluppo di chipset per le piattaforme AMD , e questo nonostante la questione relativa alla licenza di DMI non dovrebbe in alcun modo influenzare le strategie commerciali dell’azienda.
Se tale voce si rivelasse fondata, confermerebbe il sospetto – espresso da alcuni osservatori del settore – che dietro alla decisione di Nvidia relativa ai chipset per Nehalem non vi sia solo la questione legale con Intel, ma probabilmente anche una questione economica .
“Sebbene Nvidia sembri determinata a dare tutta la colpa di questa mossa ad Intel, appare assai più credibile che l’azienda sia stata costretta ad anticipare questa dolorosa ma inevitabile decisione per via di una combinazione di fattori: la disputa con Intel e le attuali condizioni economiche”, ha commentato Ars Technica .
Alessandro Del Rosso