NVIDIA potrebbe rinunciare all’acquisizione di ARM. L’azienda californiana non ha ricevuto ancora l’approvazione da parte delle varie autorità antitrust a distanza di oltre 14 mesi dall’annuncio. Se la transazione non verrà completata, SoftBank potrebbe preparare una IPO (offerta pubblica iniziale) come soluzione alternativa.
NVIDIA-ARM: acquisizione difficile
La proposta di acquisto era stata comunicata a settembre 2020. NVIDIA aveva messo sul piatto 40 miliardi di dollari. Circa il 50% della cifra (21,5 milioni) doveva essere corrisposta in azioni. Il valore delle azioni NVIDIA è quasi raddoppiato, quindi il prezzo iniziale è teoricamente aumentato di alcuni miliardi di dollari. Per questo motivo, SoftBank spera che la transazione riceva il via libera dalle autorità antitrust.
Secondo la Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito, l’eventuale acquisizione avrebbe conseguenze negative per la concorrenza e rappresenterebbe un pericolo per la sicurezza nazionale. Anche la Commissione europea ha avviato un’indagine, ravvisando le possibili limitazione che NVIDIA potrebbe imporre ad altre aziende. La FTC ha invece già deciso di bloccare l’operazione.
Secondo le fonti di Bloomberg, diverse Big Tech (Qualcomm, Microsoft, Intel e Amazon) avrebbero chiesto alle varie autorità di impedire l’acquisizione. L’accordo iniziale tra NVIDIA e SoftBank scadrà il 13 settembre, ma può essere prorogato se la transizione non è stata ancora completata. NVIDIA aveva ipotizzato una scadenza di 18 mesi (quindi entro marzo).
Un portavoce di SoftBank ha dichiarato:
Rimaniamo fiduciosi che la transazione venga approvata.
Questo è invece il commento di NVIDIA:
Continuiamo a sostenere le opinioni espresse in dettaglio nei nostri ultimi documenti normativi. Questa transazione offre l’opportunità di stimolare la concorrenza e l’innovazione.