Apple ha riammesso su App Store Pulse , una sorta di originale feed reader per iPad che dopo l’inattesa sponsorizzazione da parte di Steve Jobs era schizzata tra le applicazioni best seller della piattaforma.
Neanche il tempo di registrare la notizia della rimozione dell’applicazione, in seguito alle obiezioni mosse da Times Company , che Cupertino ha fatto marcia indietro: solo per poche ore Apple sembra aver dato retta alle richieste dell’editore, nonostante l’idillio che aveva caratterizzato i rapporti fra le due nel periodo del lancio di iPad.
L’azienda che controlla il New York Times e altre giornali ha inviato una lettera con la richiesta di rimozione di Pulse da App Store a Cupertino , in cui accusava il software di violare le sue condizioni di licenza in materia di feed RSS, e in particolare le clausole per lo sfruttamento “non commerciale”: fra le critiche mosse il fatto che il NYT si trova tra le sottoscrizioni di base con cui il servizio viene installato, che gli sviluppatori non rilasciano gratuitamente l’applicazione ma a pagamento, e il fatto che aprirebbe i link che portano all’articolo intero direttamente in una finestra dell’applicazione. Pulse, in pratica, farebbe un uso commerciale dei feed permettendo di aprire il link all’articolo originale in una finestra al suo interno (anche perché iPad non permetterebbe di avere Safari e Pulse in funzione contemporaneamente). Inoltre, essendo un’applicazione a pagamento proprio come quella della testata, sfrutterebbe da free rider i suoi stessi contenuti facendogli concorrenza diretta. Infine, gli articoli del Times sarebbero sfruttati da Pulse anche nelle proprie immagini promozionali.
Il fatto ha stupito gli osservatori, perchè quasi a tutti i feed reader attualmente in circolazione potrebbero essere mosse le medesime critiche (per esempio, chi non è a pagamento ospita comunque advertising fra un titolo e l’altro), perché i feed RSS li fornisce gratuitamente il New York Times stesso e perché finora erano stati considerati utili dagli editori per attirare traffico ai giornali: il Times si starebbe , in pratica, dando la zappa sui piedi.
L’editore, tuttavia, non sembra aver intenzione di dichiarare guerra a tutti gli aggregatori di notizie, ma afferma anzi che non sarebbe contrario a trovare un accordo con gli sviluppatori di Pulse, così come fa con altri feed reader a pagamento .
In breve tempo Pulse, con 35 mila download al suo attivo , è diventato un best seller di App Store. La (finora breve) storia di Pulse ha il sapore de “dalle stalle alle stelle, e ritorno”: la settimana scorsa proprio un editoriale del New York Times ne incensava le lodi portando alla ribalta i giovani sviluppatori, a breve alle prese con gli esami finali del college. Qualche giorno dopo proprio Steve Jobs, nel corso del suo keynote alla Worldwide Developers Conference , ne aveva parlato con entusiasmo. Poi, l’inattesa lettera dai legali dell’editore Times, in seguito alla quale Apple aveva dunque provveduto a rimuovere Pulse, per poi fare marcia indietro dopo poche ore, ristabilendone la presenza senza dare spiegazioni ulteriori (ora è ancora in vendita a 3,99 dollari).
Il portavoce di Times Company è convinto che si tratti di una svista .
Oltretutto, anche se gli sviluppatori avrebbero avuto il tempo di inviare a Cupertino una nuova versione senza il Times fra le sottoscrizioni di default, la versione reintrodotta nello store da Apple è quella precedente con il quotidiano di New York in bella mostra al primo avvio.
Claudio Tamburrino