Il lancio del paywall sul New York Times era stato accompagnato da dubbi di vario genere: troppo alto il prezzo dell’abbonamento o troppo scivoloso il sistema predisposto per impedire la consultazione libera degli articoli. Gli scettici della prima e ultima ora, tuttavia, dovranno ricredersi stando ai primi risultati raggiunti dal progetto: 281mila abbonati guadagnati nel primo trimestre, sufficienti a mantenere stabili le entrate complessive generate dalla tiratura, ma non abbastanza per compensare le perdite nel settore advertising.
In generale, il quotidiano diretto da Jill Abramson, che include nella proprietà anche i noti About.com e Boston.com , presenta numeri poco confortanti , fatta eccezione per il successo ottenuto dal paywall. Nel secondo trimestre si è registrata una perdita operativa pari a 114,1 milioni di dollari (circa 80 milioni di euro) rispetto ai 60,8 milioni di dollari dello stesso periodo dello scorso anno. Secondo la società in un’altra congiuntura si sarebbe registrato un utile operativo di 82,9 milioni di dollari (oltre 57 milioni di euro) nel primo trimestre.
Le performance finanziarie prendono aria dal sistema di sottoscrizione a pagamento lanciato di recente, il cui successo fa ben sperare la dirigenza. Con i 281mila sottoscrittori dell’ultimo trimestre, il giornale digitale raggiunge così oltre un milione di abbonati . “Il secondo trimestre è stato un momento storico per la nostra azienda quando abbiamo inaugurato con successo il sistema di abbonamento digitale e iniziato a vedere i primi effetti sull’insieme dei risultati finanziari”, dichiara Janet L. Robinson, presidente e CEO del New York Times. Che aggiunge: “Il responso positivo dei consumatori è un’indicazione forte del valore che gli utenti assegnano all’alta qualità delle nostre notizie, commenti e analisi”.
Il paywall ha esordito nel mese di marzo con un sistema di prezzi che va di 15 dollari (10 euro) ogni 4 settimane per chi accede da sito o smartphone, 20 dollari (14 euro) sempre per 4 settimane per gli utenti che navigano su sito e su app per tablet, fino ai 35 dollari (24 euro) per l’accesso digitale illimitato. La richiesta di pagamento parte per chi legge più di 20 articoli al mese . Buone notizie anche per gli abbonamenti tramite piattafome e-reader come Kindle, con 57mila richieste di sottoscrizione. Uno dei problemi maggiori che la dirigenza si troverà ad affrontare nei prossimi mesi sarà individuare soluzioni per monetizzare i contenuti digitali .
Cristina Sciannamblo