Il paywall del New York Times si alza ancora un po’: eliminato anche il libero ingresso ai contenuti del giornale tramite ricerca Bing. Ma tutto l’impegno potrebbe risultare inutile data la facilità con cui il muro può essere superato.
Il nuovo esperimento di chiusura del quotidiano di New York aveva lasciato agli osservatori non pochi dubbi: a non convincere il fatto che ad un limite già di per sé alto di articoli consultabili liberamente (20) fossero associate una serie di scappatoie liberamente utilizzabili per aggirare il muro alzato.
Tra le vie alternative che il giornale aveva lasciato aperte per la consultazione gratuita, la ricerca degli articoli via motore di ricerca: un massimo di cinque se trovati utilizzando Google, senza limiti quando si utilizza Yahoo! o Bing. Tuttavia a pochi giorni dall’esordio globale del 28 marzo del nuovo sistema (già implementato in Canada) il giornale fa parziale retromarcia e ora “per tutti i maggiori motori di ricerca”, quindi anche per quello di Microsoft, l’ accesso libero sarà limitato a cinque click al giorno .
Le altre questioni rimaste in sospeso per il NYT sono le misure per contrastare sistemi meno diretti per aggirare il muro: tool di generazione automatica di tweet dei link agli articoli e che in questo modo sfruttano il libero accesso via social media, e i sistemi per cancellare i cookie utilizzati per inseguire un utente nelle sue visite e tracciarne l’eventuale raggiungimento del limite di 20 pezzi o bloccare del tutto il paywall.
Per quanto riguarda Twitter, il NYT ha chiesto al tecnofringuello di disabilitare per violazione di marchio il feed @FreeNYTimes che raccoglie tutti i link alle notizie del giornale sul servizio di microblogging .
Il NYT deve inoltre vedersela con strumenti già creati per aggirare il limite: non serve neanche cancellare i cookie, ma basta per aggirarlo una semplice applicazione browser, NYTClean , tramite cui è possibile consultare liberamente tutti gli articoli desiderati. Il muro, oltretutto, non è altro che quattro linee di codice : tutto il paywall innalzato dal NYT è scritto in JavaScript, e attiva la richiesta di pagamento caricando il codice necessario. Con la stessa facilità può essere disabilitato con strumenti ad hoc, e probabilmente anche con estensioni come NoScript .
Claudio Tamburrino