Una delle promesse elettorali del neo-presidente degli Stati Uniti Barack Obama è stata la creazione di una nuova figura da inserire nel suo gabinetto: gli USA potrebbero presto avere il loro primo CTO nazionale , uno chief technology officer che consiglierà il presidente e si interfaccerà con gli altri membri del suo consiglio per pianificare assieme le scelte in fatto di ricerca, sviluppo, tecnologia e innovazione . Una promessa che ha galvanizzato netizen e scienziati , che ora sembrano non aspettare altro che vederla mantenuta.
Difficile sapere oggi chi sarà a ricoprire questo ruolo, per il momento l’unica cosa certa è che non sarà Eric Schmidt (CEO di Google) che ha già reso noto di non voler lasciare il proprio lavoro a Mountain View. Altrettanto difficile sapere oggi quale sarà l’effettivo peso specifico di questa carica, e quali saranno le priorità del gabinetto: di certo i netizen, che tanto hanno contato (economicamente e politicamente) durante la lunga corsa elettorale di quasi due anni, ora chiedono che la loro opinione venga ascoltata. E mettono in piedi iniziative social per tentare di richiamare l’attenzione.
È il caso di ObamaCTO.gov , che punta a definire una roadmap ideale da far seguire al CTO – e dunque al presidente Obama – secondo l’opinione dei navigatori. Neutralità della rete, patriot act, DMCA, energie alternative, banda larga : al momento sono questi i temi più scottanti secondo l’opinione dei visitatori del sito. Tra gli argomenti toccati figurano ovviamente anche il software libero, la comunicazione trasparente tra cittadino e istituzioni, la ricerca scientifica e persino temi molto tecnici come IPv6: il meccanismo, che ricorda quello di Digg , non è certo perfetto (basta poco per sovvertire la classifica), ma è senz’altro un’indicazione utile a misurare il polso dell’opinione pubblica in materia di tecnologia.
Più pragmatico, GigaOM indica nella creazione di un portale personalizzabile ( my.gov , una via di mezzo tra Google e Amazon) per la comunicazione tra cittadini e governo: notizie collegate al proprio luogo di residenza, informazioni sui servizi offerti dallo stato e sulle iniziative e i progetti avviati, notifiche dei provvedimenti presi dalla presidenza. Insomma una sorta di aggregatore entro cui far convergere informazioni eterogenee, oggi spesso oscure o comunque difficili da ottenere, recapitate direttamente sui computer di ciascun cittadino.
Quale sarà effettivamente la linea che Obama e il suo staff seguiranno nei mesi a venire è difficile a dirsi: qualcuno lamenta un’eccessiva insistenza del sito della campagna elettorale ( my.barackobama.com ) nel richiedere fondi anche dopo l’elezione, mentre un nuovo portale molto social viene inaugurato in queste ore (e l’account Twitter del presidente risulta invece desolatamente abbandonato). Le aspettative per la nuova amministrazione sono alte, dentro e fuori dagli USA, basti guardare la foto di Peter Yang che sta facendo il giro del web: sul tavolo del presidente compare un Mac, e si alimentano le speranze di chi per la prima volta pensa che alla Casa Bianca ci sia qualcuno che conosca davvero Internet.
Luca Annunziata