Barack Obama ha emanato un nuovo ordine esecutivo istituendo la cosiddetta National Strategic Computing Initiative (NSCI), iniziativa pensata per “garantire che gli Stati Uniti continuino a primeggiare” nel campo dell’High-Performance Computing (HPC) nel corso delle prossime decadi.
Il titolo di super-computer più potente al mondo è al momento appannaggio Tianhe-2, sistema HPC cinese che da tempo guida la classifica TOP500 con i suoi 33,86 PetaFLOP/S di performance di picco; un’iniziativa come NSCI può essere in tal senso letta come una risposta revanscista ai risultati di Pechino, anche se nel suo ordine esecutivo Obama parla di tutto fuorché di Tianhe-2.
L’obiettivo specifico della nuova iniziativa della Casa Bianca è la realizzazione, entro il 2025, di un supercomputer capace di superare la barriera dell’exaFLOPS – o in altri termini di raggiungere prestazioni superiori a 10 elevato a 18 calcoli in virgola mobile al secondo.
Per raggiungere l’ambizioso traguardo fissato da Obama, però, l’industria informatica necessiterà nei prossimi anni di superare sfide architetturali di primaria importanza: con le tecnologie attuali, un tale sistema richiederebbe di essere alimentato con la produzione di un’intera centrale elettrica.
In attesa di raggiungere la barriera dell’exaFLOPS, in ogni caso, negli USA sono già al lavoro su un paio di sistemi gemelli in grado di lasciare Tianhe-2 nella polvere: Sierra e Summit sono stati commissariati dal Dipartimento dell’Energia (DOE) a IBM e relativi partner tecnologici (NVIDIA per le GPU e Mellanox per i cablaggi di rete next-gen), verranno costruiti entro il 2017 e saranno in grado di raggiungere performance di picco comprese fra i 100 e i 300 PetaFLOP/S.
Alfonso Maruccia