Roma – Il presidente eletto degli Stati Uniti Barack Obama, da molti considerato dipendente dall’inseparabile Blackberry, non vuole rinunciare al dispositivo che gli permette di rimanere in contatto con il mondo esterno. Il presidente, non ancora insediato alla White House, dimostra di tenere molto a cuore la faccenda, vedendo nel telefonino e nella sua tecnologia l’unico oblò sul mondo reale a cui affacciarsi dalla bolla di rigore e protezione con cui ogni suo predecessore ha dovuto fare i conti. Potesse, non ci rinuncerebbe nonostante i rischi: è di questi giorni la notizia che annuncia il licenziamento di alcuni dipendenti di Verizon Wireless, accusati dall’azienda di aver spiato i dati relativi alle chiamate effettuate da un vecchio telefono in possesso del senatore.
In molti hanno utilizzato per definire il rapporto tra Barack Obama e il suo telefonino la parola addicted , dipendente: basta accostare su Google il nome del neo eletto presidente alla suddetta parola per veder spuntare in molti dei risultati il nome della nota serie di telefonini di RIM. Del resto il diretto interessato non ha mai fatto nulla per nasconderlo: durante la campagna elettorale è stato visto armeggiare quotidianamente con il dispositivo, passando per una sorta di maniaco del telefonino.
Il punto di vista dell’interessato sembra, però, essere diverso: per Obama lo smartphone non sarebbe un feticcio o una passione, ma molto più semplicemente un mezzo di comunicazione. Un mezzo con cui arrivare all’informazione in prima persona, bypassando il suo entourage: “Uno dei cambiamenti per cui mi sto adoperando è relativo all’abbattimento dell’isolamento cui sarò sottoposto, la cosiddetta bolla che esiste intorno al Presidente. Attualmente sto negoziando con i Servizi Segreti, con numerosi avvocati e con lo staff della Casa Bianca per capire come potrò ricevere informazioni dal mondo esterno in aggiunta a quelle della dozzina di persone che lavoreranno con me” – ha dichiarato in un’intervista rilasciata ad ABC News . “Credo che una delle cose peggiori che possa capitare ad un presidente – continua Obama – sia quella di perdere il contatto diretto con i problemi e le necessità che i cittadini affrontano giorno per giorno”.
Se le cose non cambieranno, Obama dovrà rinunciare, stando a quanto stabilito dalla legge che regola le comunicazioni presidenziali. Una battaglia, quella di Obama, che pare molto difficile, soprattutto anche alla luce di quelle intercettazioni abusive di addetti Verizon che, sulla carta, avrebbe potuto portare alla rilevazione di dati sensibili come ad esempio la lista degli utenti verso cui sono state effettuate le chiamate, la durata delle conversazioni, la posizione registrata dalle celle all’inizio e alla fine della chiamata nonché gli SMS e la voicemail.
Vincenzo Gentile