I candidati alle presidenziali americane si stanno giocando le ultime carte in vista delle prossime elezioni: la tecnologia è uno dei campi di battaglia. L’ultimo faccia a faccia ufficiale sta tenendo col fiato sospeso la società civile, Barack Obama e John McCain brandiscono la tecnologia come strumento di propaganda: i volti dei due candidati sono promesse di pixel.
McCain sta ancora tentando di familiarizzare con il Web, ma da anni si affida ad uno staff capace di conquistare l’interesse dei finanziatori e si dimostra un operoso propugnatore di politiche sempre più stringenti per epurare la rete dei contenuti e dai figuri inadatti. Da poche ora è diventato legge il Keeping the Internet Devoid of Sexual Predators Act ( KIDS ), una legge sostenuta da McCain, che istituirà una gogna elettronica distribuita che esporrà ai gestori dei social network e dei servizi online l’identità di coloro che si sono macchiati di reati sessuali.
Ma la rete, pur essendo un covo di minacce per i minori e per la sensibilità dei cittadini, rappresenta per McCain un veicolo tanto importante per la campagna elettorale da spingere il candidato repubblicano a rimangiarsi il proprio sostegno al DMCA. Lo ha fatto con una lettera inviata ai vertici di YouTube: tra l’allusione e la denuncia, l’ala repubblicana insinua il dubbio che le richieste di takedown in violazione del copyright possano essere impugnate per turbare la campagna elettorale . “Ingiustificate denunce di violazione del copyright si sono tradotte nella rimozione da YouTube di video legittimi – avvertono i repubblicani – mettendo così a tacere il dibattito politico”. La denuncia dei Repubblicani è circoscritta alle clip pubblicate dallo staff di spin doctor al servizio di McCain, la cui rimozione è stata chiesta da CBS , Fox News e dal Christian Broadcasting Network, ma anche da colossi della musica come Warner : “l’inclusione negli annunci e nei video di meno di dieci secondi di stralci tratti da telegiornali, usati come una base sulla quale costruire un commento riguardo agli argomenti citati nei servizi o riguardo ai servizi stessi sono esempi paradigmatici di fair use”.
La richiesta di McCain? Non basta che YouTube conceda agli utenti di contestare la rimozione e di ottenere di nuovo la pubblicazione dei video in tempi che possono dilatarsi troppo per i ritmi concitati della campagna elettorale. YouTube dovrebbe vigilare, vigilare e ancora vigilare : “Crediamo che sarebbe più efficiente, e creerebbe un enorme beneficio, se YouTube si impegnasse in una revisione legale completa di tutte le richieste di rimozione che hanno come oggetto almeno i video postati dagli account registrati dai candidati politici e dai loro staff”. Le invocazioni di McCain, osserva EFF, non dimostrano in alcun modo l’impegno del candidato per riformare l’applicazione delle leggi a tutela del copyright, né dimostrano che il candidato abbia compreso che l’efficacia dei servizi di sharing si mostra soprattutto quando i contenuti sono prodotti, riassemblati, e messi in circolo dai cittadini della rete.
Lo staff di Obama sembra invece dimostrare di aver compreso i meccanismi del passaparola che si intesse in rete: dopo aver lusingato i netizen con idee progressiste sul P2P (salvo poi impensierire i netizen con la scelta del vice), dopo gli exploit virali su YouTube, ha saputo raccogliere l’apprezzamento dei cittadini della rete. Ma non è tutto.
Il rombo del motore si fa sentire nelle casse del gamer: impegnato a tenere in strada un bolide che divora l’asfalto, concentrato sulla rotta di collisione per innescare l’incidente più spettacolare, potrebbe imputare l’ epifania di Obama alle troppe ore trascorse davanti allo schermo in sfide multiplayer a Burnout Paradise. Sui manifesti pubblicitari che punteggiano Paradise City spicca lo sguardo rivolto all’orizzonte del candidato democratico. Una URL per catturare l’attenzione di una platea difficile da raggiungere come quella dei gamer, l’indirizzo della finestra web della propaganda elettorale, voteforchange.com . Ma la campagna elettorale democratica a mezzo product placement non si inietterà nella sola versione multiplayer online per Xbox di Burnout Paradise: in 10 stati americani verranno tappezzati anche gli spazi pubblicitari di Madden 09, Nascar 09, NHL 09 e Skate.
Se i netizen dovessero ancora dimostrarsi indecisi, se l’efficacia delle strategie di comunicazione politica dei candidati dovessero far vacillare la risolutezza degli elettori americani, la rete mette a disposizione strumenti di immediato utilizzo per elaborare la propria preferenza. Ma i bookmaker online sembrano aver già decretato il vincitore: se si dovessero innescare le dinamiche della wisdom of crowds , Obama sarà il prossimo presidente degli States.