Occhiali smart Ray-Ban Meta spiano passanti, dimostrazione shock

Occhiali smart Ray-Ban Meta spiano passanti, dimostrazione shock

Due studenti di Harvard hanno dimostrato come gli occhiali smart Ray-Ban Meta siano in grado di identificare e tracciare le persone senza consenso.
Occhiali smart Ray-Ban Meta spiano passanti, dimostrazione shock
Due studenti di Harvard hanno dimostrato come gli occhiali smart Ray-Ban Meta siano in grado di identificare e tracciare le persone senza consenso.

Una bella gatta da pelare per Meta… Due studenti di Harvard hanno realizzato una dimostrazione sconcertante di come gli occhiali smart, grazie alla funzione di riconoscimento facciale, possano violare istantaneamente la privacy delle persone.

AnhPhu Nguyen e Caine Ardayfio hanno messo a punto il sistema I-XRAY che sfrutta la capacità degli occhiali smart Ray-Ban Meta di trasmettere video in diretta su Instagram. Un software monitora il flusso video, identifica i volti tramite l’intelligenza artificiale e li confronta con database pubblici per recuperare informazioni personali come nomi, indirizzi e numeri di telefono.

Gli occhiali smart possono tracciare le persone senza il loro consenso

La dimostrazione di Nguyen e Ardayfio mette in luce come il riconoscimento facciale sia diventato spaventosamente accurato e facilmente accessibile. I-XRAY si basa su tecnologie esistenti, come PimEyes, un motore di ricerca facciale descritto dal New York Times come “spaventosamente preciso” e disponibile a chiunque. La novità risiede nell’integrazione di queste tecnologie con dispositivi di consumo discreti e ampiamente diffusi, come appunto gli occhiali smart Ray-Ban Meta, che sembrano normali occhiali da sole.

Preoccupazioni per la privacy e l’uso improprio

Gli studenti affermano di aver sviluppato I-XRAY non per un uso improprio, ma per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi per la privacy che derivano dalla combinazione di tecnologie esistenti con i modelli linguistici di grandi dimensioni. Gli LLM consentono al sistema di funzionare automaticamente, tracciando relazioni tra nomi e foto da enormi fonti di dati. Sebbene Meta esorti gli utenti a rispettare la privacy altrui e a segnalare chiaramente quando si registra o si trasmette in diretta, la realtà è che le persone possono scegliere di non seguire queste indicazioni.

Possibili contromisure e riflessioni da fare

Nguyen e Ardayfio suggeriscono alcune misure che le persone possono adottare per proteggersi, come l’esclusione dai database per la ricerca inversa di volti e persone. Tuttavia, eliminare completamente la propria presenza online è quasi impossibile. Questo esperimento serve come monito preoccupante su come gli occhiali intelligenti possano essere utilizzati in modo improprio, e mettono in evidenza la necessità di una maggiore consapevolezza e di un dibattito sulla regolamentazione di queste tecnologie per salvaguardare la privacy in un mondo sempre più digitalizzato.

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Pubblicato il
3 ott 2024
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