Facebook ha annunciato l’acquisizione di Oculus VR, importante sviluppatore di soluzioni per la realtà virtuale.
Si tratta di un’operazione conclusa in cinque giorni di contrattazione serrate, che si concretizzerà nel secondo trimestre del 2014 e che è costata a Facebook circa 2 miliardi di dollari : 400 milioni in contanti e azioni Facebook per un valore calcolato in 1,6 miliardi di dollari e 300 milioni aggiuntivi individuati come premi conseguenti al raggiungimento di determinati obiettivi.
Oculus aveva già raccolto – attraverso più di 75mila ordini per il development kit dei suoi occhiali per la realtà virtuale, Oculus Rift , e prima ancora con le donazioni del crowdfunding – un finanziamento di 75 milioni di dollari, ritagliandosi un ruolo di riguardo nel settore e confermando di essere sulla cresta dell’onda del settore con la presentazione al CES 2014 del suo ultimo dispositivo.
Proprio rispetto alle speranze e alle aspettative di sviluppatori ed osservatori si concentrano ora i commenti legati all’operazioni di Facebook, che come con la recente acquisizione di WhatsApp rischia di essere visto come il gigante capace di rovinare una piccola realtà. Se nel caso del servizio di messaggistica la paura era legata alla privacy degli utenti, con la realtà virtuale oltre a questo tipo di preoccupazioni ci sono tutte quelle legate alla qualità dei prodotti portati davanti agli occhi degli utenti e agli effetti sulla vita degli utenti: le app di giochi di Facebook, osserva qualcuno , intrattengono ma non hanno saputo competere con piattaforme come Apple e Google sul fronte dei giochi mobile. L’acquisizione di Oculus potrebbe sparigliare la situazione per aprire un nuovo campo di battaglia, quello dei giochi sulle piattaforme di realtà virtuale.
Per il momento, infatti, Facebook si limita a dire che – anche se le applicazioni che sfruttano la realtà virtuale sono ancora in fase di sviluppo – sono già diverse le applicazioni della tecnologia nel settore dei giochi: è quindi proprio qui che si concentrerà il social network con Oculus, per poi estenderne i servizi ad altre aree tra cui la comunicazione, l’intrattenimento e l’istruzione .
Secondo Mark Zuckerberg , infatti, “il mobile è la piattaforma di oggi”, mentre la realtà virtuale è “tra le piattaforme del futuro”.
Brendan Iribe, co-founder e CEO di Oculus VR, ha voluto invece sottolineare quanto di buono (oltre ai fondi) possa emergere dalla collaborazione con Facebook: “Crediamo che la realtà virtuale sarà pesantemente definita dalle esperienze social e dalla possibilità di connettere le persone in nuovi magici modi”.
Oculus, d’altra parte, aveva già attirato l’attenzione di diversi sviluppatori, dai singoli acquirenti del developer kit ai grandi operatori del settore: ora c’è anche da vedere se i rapporti resteranno invariati con l’ingresso in campo di Facebook.
A tal proposito, lo sviluppatore di Minecraft Markus “Notch” Persson ha già fatto sapere che interromperà i rapporti con Oculus dopo l’acquisizione e ha messo in piazza un’altra delle preoccupazioni legate al ruolo del social network: la piattaforma di Mark Zuckerberg non è né un’azienda hardware, né si occupa del settore videoludico, ha dimostrato di essere molto interessata al numero di utenti e al tempo che passano sulle sue pagine ed i giochi che si trovano sulla sua piattaforma non sono belli ma sono in grado di creare dipendenza. Proprio questa idea di business potrebbe rivelarsi davvero pericolosa se legata alle tecnologie per la realtà virtuale.
Claudio Tamburrino