Dopo aver accusato i personaggi chiave di Oculus VR di aver letteralmente rubato la tecnologia alla base del caschetto virtuale Oculus Rift, ZeniMax ha ora deciso di passare ai fatti facendo causa alla succitata Oculus. Accuse pesanti, che secondo i diretti interessati non hanno alcun fondamento concreto.
Assieme a Oculus VR, il publisher videoludico chiama direttamente in causa il fondatore Palmer Luckey: sarebbe lui il principale responsabile della violazione del segreto industriale alla base della tecnologia di realtà virtuale creata da Oculus, sostiene ZeniMax, violazione senza la quale Rift semplicemente non esisterebbe.
Le accuse per Luckey e Oculus VR sono di violazione di contratto, infrazione di copyright e concorrenza sleale, e per gli avvocati di ZeniMax tutto questo contribuisce a generare danni economici dal valore “enorme”.
Oculus viene poi accusata di aver assunto molti ex-impiegati ZeniMax grazie all’aiuto di John Carmack, geniale sviluppatore di FPS storici (Wolfenstein 3D, Doom, Quake) che avrebbe fatto uso dei prototipi VR di ZeniMax per “perfezionare” quello che sarebbe poi diventato il caschetto VR di Oculus.
La risposta di Oculus VR alle pretese di ZeniMax è, prevedibilmente, di diniego totale: la causa intentata dal publisher è “senza alcun fondamento”, dice la società di Luckey, e ZeniMax non ha contribuito a nessuna tecnologia Oculus. L’appuntamento è in tribunale.
Alfonso Maruccia