Offerta di Musk da 97 miliardi di dollari complica i piani di OpenAI

Offerta di Musk da 97 miliardi di dollari complica i piani di OpenAI

L'offerta non richiesta di Musk per acquisire OpenAI rischia di complicare i piani di OpenAI per la conversione a società for profit.
Offerta di Musk da 97 miliardi di dollari complica i piani di OpenAI
L'offerta non richiesta di Musk per acquisire OpenAI rischia di complicare i piani di OpenAI per la conversione a società for profit.

97,4 miliardi di dollari. È la cifra astronomica che Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, ha messo sul piatto per acquisire il controllo di OpenAI. Un’offerta non richiesta, finanziata dalla xAI di Musk e da un consorzio di investitori esterni, come rivelato in una lettera inviata ai procuratori generali di California e Delaware.

Perché l’offerta di Musk complica i piani di Altman per convertire OpenAI in una società a scopo di lucro

La risposta del CEO di OpenAI, non si è fatta attendere. E non è stata solo un “no, grazie”, ma anche l’occasione per una stoccata pubblica a Musk. “Niente da fare, ma se vuoi ti compriamo noi Twitter per 9,74 miliardi“, ha scritto Sam Altman su X.

Tra i due non corre buon sangue. Eppure Musk è stato uno dei co-fondatori di OpenAI, prima che i rapporti si incrinassero. Ora lui e la sua xAI sono coinvolti in una causa che accusa OpenAI di comportamenti anticoncorrenziali e altre scorrettezze. Ma il rifiuto di Altman a un’offerta di acquisizione da quasi 100 miliardi non è così semplice come sembra, avvertono gli esperti di corporate governance sentiti da TechCrunch.

OpenAI sta attraversando una fase delicata. Nata come organizzazione no-profit, nel 2019 è passata a una struttura “a profitto limitato”. Ora punta a diventare una società for-profit a tutti gli effetti, una “public benefit corporation“, per attrarre più capitali.

Ma Musk, noto per affogare i suoi nemici in guai legali, potrebbe aver complicato la transizione e fatto lievitare il prezzo della parte no-profit di OpenAI con la sua offerta. I procuratori generali di Delaware e California hanno già chiesto a OpenAI maggiori dettagli sui suoi piani di conversione.

La mossa da “sabotatore” di Elon Musk

Musk sta gettando sabbia negli ingranaggi“, ha dichiarato a TechCrunch Stephen Diamond, un avvocato che ha rappresentato gli oppositori di Musk nelle battaglie di governance aziendale in Tesla. “Sta sfruttando l’obbligo fiduciario del consiglio no-profit di non sottovalutare gli asset“.

Con la sua offerta Musk ha segnalato che c’è almeno un gruppo di investitori disposto a pagare un sostanzioso premio per la parte no-profit di OpenAI. Questo mette il consiglio di amministrazione in una posizione scomoda.

I motivi per dire di no a Musk

Il fatto che Musk abbia lanciato un’offerta da capogiro non significa che OpenAI debba per forza accettarla. La legge societaria dà ampi poteri ai consigli in carica per proteggersi da offerte di acquisizione ostili. OpenAI potrebbe sostenere che quella di Musk sia un tentativo di scalata ostile, visti i rapporti non proprio idilliaci tra lui e Altman. Oppure che l’offerta non sia credibile, dato che OpenAI è già nel bel mezzo di una ristrutturazione aziendale.

Ma anche se il consiglio di OpenAI dovesse respingere l’offerta di Musk, il danno potrebbe essere fatto. Il valore potenziale di mercato degli asset della parte no-profit di OpenAI potrebbe essere lievitato. Questo potrebbe costringere OpenAI a raccogliere più capitale del previsto e complica le trattative con i suoi attuali finanziatori. Potrebbe anche diluire il valore delle quote degli investitori nel braccio for-profit, anche per i partner importanti come Microsoft.

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Pubblicato il
12 feb 2025
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