Bastano un paio di click per trasformare una versione trial di Office 2007 in una perfettamente funzionante, senza limiti di sorta. Certo, si tratta di una operazione illegale: eppure su Internet fioriscono i video che illustrano la procedura, segnalati ripetutamente alla redazione di Punto Informatico .
Per completare il trucco basta scaricare una demo del software dal sito di Microsoft, e il gioco si conclude in un paio di passaggi davvero alla portata di tutti. Le protezioni antipirata di Office non vacillano ma crollano, e ci si ritrova in quattro e quattr’otto con un set completo di strumenti che sul mercato hanno un valore compreso tra poche decine e molte centinaia di euro. Così facendo, però, si viola la legge sul diritto d’autore, ci si pone cioè nell’illegalità, laddove chi volesse prodotti gratuiti certo non avrebbe che l’ imbarazzo della scelta .
Marco Ornago , direttore License Compliance di Microsoft Italia, spiega a Punto Informatico che si tratta un po’ dello “scotto della libertà della rete, dove può andare online di tutto: non ci si può fare molto, ma questi video danno l’idea che tutto sommato copiare il lavoro altrui non sia una cosa così grave”. Un’idea che però si scontra con la licenza di Office e le leggi antiabuso. Si tratta dunque di una questione di percezione del problema : “Con un prodotto fisico la sensazione data dall’utilizzo è più forte, più tangibile – prosegue Ornago – Con la musica e il software è diverso: in fondo, qualcuno si domanda, cosa faccio di male?”.
Da parte sua, Microsoft non può fare altro che “offrire sempre nuove tecnologie al consumatore, rendendo il prodotto che creiamo sempre più accattivante grazie allo sviluppo: il software originale deve essere sempre più interessante di quello copiato”. Dunque ad ogni nuovo aggiornamento, oltre alle correzioni necessarie è obiettivo primario introdurre nuove feature e nuove forme di protezioni: “È un gioco continuo: noi spostiamo avanti il muro e poi ci sarà qualcuno che ci riproverà”.
Ma per Ornago, non è solo questione di piccoli pirati. Ci sono anche coloro che certe tecniche le utilizzano a scopo di lucro , magari per vendere licenze fasulle di un software mettendo nei guai gli inconsapevoli acquirenti: “Per questo dobbiamo offrire agli utenti finali dei meccanismi per verificare se il loro prodotto è originale, per garantire a loro che il software che utilizzano è software sicuro”.
Microsoft, però, non sceglie la linea dura: “Se si volesse si potrebbero bloccare i computer di chi ha una installazione non regolare: ma questo a chi gioverebbe? – si domanda Ornago – L’utente finirebbe per pagare due volte: truffato e con il computer bloccato”. Meglio optare per soluzioni software che rendano più complessa l’operazione di copia abusiva , tutelando al contempo gli interessi dell’azienda e quelli del consumatore.
“La nostra missione è tentare di fare educazione e cultura sulla proprietà intellettuale, tentando di spiegare il perché della tendenza ad usare software copiato – conclude Ornago – Ci piacerebbe che il termine pirateria restasse nei film dei Pirati dei Caraibi, che passasse il messaggio che copiare a scopo di lucro è sbagliato”. Nel frattempo, comunque, meglio attrezzarsi anche per implementare nuove tecnologie contro la contraffazione .
a cura di Luca Annunziata