Si appellavano al diritto alla copia privata per giustificare certe operazioni commerciali ma i giudici hanno dato loro torto: quando si opera una copia di materiale ottenuto illecitamente , la copia privata non è consentita ed ogni copia è anzi ulteriore distribuzione illegale.
Ad informare sulla decisione dell’Alta Corte de L’Aia, in Olanda, è la NVPI, l’organizzazione olandese che si occupa di difendere i diritti dell’industria dell’intrattenimento. Si tratta di una sentenza che nasce infatti da un caso legato all’ equo compenso e portato avanti dai produttori ed importatori di supporti ottici vergini, sui quali in Olanda come in Italia grava la controversa imposizione.
Secondo la Corte, dunque, i precedenti orientamenti espressi anche a livello governativo sono errati, perché in conflitto con la direttiva europea sul copyright, la famigerata EUCD , secondo cui non vi sono dubbi che l’eccezione della copia privata, ciò per cui è previsto l’equo compenso, non valga nei casi di riproduzione di materiali illegali.
Si dice felice della decisione la stessa NVPI, secondo cui “le copie private sono consentite soltanto se limitate a casi eccezionali, se non danneggiano il normale sfruttamento commerciale delle opere e se non sono inique per chi detiene i diritti d’autore”.